“Sabbia di Fiume” di Carla Vettorello: una recensione poetica

Trieste – Dalla professoressa Anna Piccioni, attiva animatrice di circoli culturali triestini, riceviamo la recensione del libro di Carla Vettorello “Sabbia di Fiume”, uscito lo scorso anno a Pordenone per i tipi dello Studio ComunIcare. Ciò che accomuna scrittrice e lettrice sono le fonti istriane e la poesia, un binomio ricorrente nelle vite di molti esuli. Pubblichiamo integralmente la recensione.

“Mani che sanno far nascere, che sanno raccogliere l’uva senza rovinarla,che sanno incidere la terra perché sia feconda, mani laboriose, abili nel costruire e nel trasmettere conoscenze,che sanno parlare oltre le parole, perché le parole si dominano, si imparano ognuno in una lingua e in una linguaggio diverso, ma sono invece i gesti che ci esprimono”: ho scelto questo lungo periodo tratto dal racconto di Carla Vettorello per dare un esempio della sua prosa; una prosa poetica .
La Vettorello attraverso nomi inventati racconta l’infanzia, l’adolescenza, la giovinezza, l’età in cui non si pensa al futuro, ma al dopo, quando “…ancora eravamo figli, contenitori dei sogni dei nostri genitori… eravamo strumento senza una vita vera, originale, autentica”.

Per questo lo stare insieme era la forza, il riconoscersi nei luoghi era un tutt’uno con la loro esistenza. Sono vite che corrono col tempo delle grandi tragedie, il Vajont, il terremoto del ’76, la nube tossica di Cernobyl, gli anni di piombo, la crisi economica. Tragedie che ricordano ai loro genitori e nonni le guerre sotto le bombe.

“Nessuna generazione vive in pace, cioè in assenza di conflitti, siano questi guerreggiati, siano determinati da variazioni dell’equilibrio sociale interrotto da catastrofi naturali o dalla stupidaggine umana”.

E le generazioni sono accomunate da un unico spirito di solidarietà. L’autrice mette in rilievo con forza il valore della solidarietà: “Eravamo come granelli di sabbia, che se isolati sono solo fonte di un po’ di fastidio nei calzini, ma insieme costituiscono una vera ricchezza, per costruire, per curarsi, per creare oggetti, utensili e forme di arte. Siamo sabbia di fiume, preziosa silice”: la solidarietà è un valore esistenziale, ci porta fuori dai nostri labirinti interiori, dà un senso alla vita, anche se manca il lavoro, sospesi nella precarietà e nel sentirsi inutili e i problemi quotidiani sono in agguato.

“Sabbia di fiume” è un omaggio al senso di appartenenza, al ritrovarsi nelle persone che condividono quei luoghi: un tutto armonico.

Carla Vettorello, figlia di esuli istriani, non esprime lo sradicamento vissuto dai suoi nonni, ma ha saputo trovare le sue radici nella terra dove è nata.

Anna Piccioni

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