Sanità regionale, Covid e liste di attesa: ci sono i piani per la pandemia ma emergono critiche

Trieste – Affrontare l’emergenza della pandemia Covid-19 continuando a garantire cure efficaci e scongiurando gli effetti di un secondo lockdown sanitario che, in fase pandemica, ha visto la rinuncia alle cure di molti pazienti.

Questo l’obiettivo dei “piani pandemici” per il controllo della diffusione dell’infezione da Covid-19, presentati nei giorni scorsi dalle Aziende Sanitarie del Friuli Venezia Giulia: Azienda sanitaria universitaria giuliano-isontina (Asugi), Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale (Asufc) e Azienda sanitaria Friuli occidentale (Asfo).

Il vicepresidente del Fvg con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, commenta i “piani pandemici”

“Siamo preparati ad affrontare un’eventuale recrudescenza dei contagi in un sistema che ha governato l’emergenza senza mai fermarsi, dando risposte in funzione alle necessità. Oggi ci sono elementi nuovi che potranno essere meglio affrontati con i piani aziendali per il controllo dell’infezione da Covid-19 che hanno un comune denominatore in chiave regionale ma sono declinati territorialmente secondo dinamiche proprie di ciascuna realtà aziendale”.

Critiche dei consiglieri regionali di opposizione

In una nota, il consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle, Andrea Ussai afferma che “Il piano presentato oggi da Asugi per affrontare la diffusione del Covid-19 ha bisogno di risorse, anche e soprattutto umane, per essere attuato”.

“Già alla fine di febbraio ho chiesto all’assessore Riccardi di conoscere strategie e organizzazione per affrontare situazioni di questo tipo – rimarca Ussai -. Ci attendiamo ora che il piano venga illustrato anche nella Commissione consiliare competente per conoscerlo nel dettaglio”.

“In particolare è fondamentale avere il quadro delle azioni e delle risorse che si vogliono mettere in campo visto che proprio la carenza di personale – conclude il consigliere M5S – è una delle maggiori criticità nell’affrontare l’emergenza”.

Ancora più incisivo il consigliere Walter Zalukar, del gruppo misto. “Che l’emergenza Covid abbia messo sotto pressione il sistema sanitario, anche evidenziandone alcune carenze, è fuori discussione – scrive Zalukar in una nota – ma non si deve dimenticare che la macchina del SSR è poderosa sia in termini di professionalità che di risorse economiche”.

Prosegue il consigliere: “Non si contano ormai le sempre più frequenti testimonianze di cittadini che lamentano tempi biblici per avere le cure dovute. E mi ha sconfortato la notizia degli abnormi tempi di attesa per prestazioni di terapia del dolore e cure palliative registratisi a Udine dove l’attesa per queste prestazioni arriva a 117 giorni (Il Gazzettino 24/09/20)”.

“Quanto sta succedendo con i tempi di attesa è paradigmatico di un sistema che funziona male e non è giustificabile in toto dall’emergenza Covid-19. Bisogna sottolineare che l’esplosione dei tempi di attesa per prestazioni diagnostiche e terapeutiche innesca un’involuzione del sistema sanitario con ripercussioni sui cittadini sia in termini di salute (mancate o ritardate cure con conseguente aumento della mortalità, morbilità e della cronicità) che economici (impoverimento causato dal ricorso al privato)”.

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