Stabilimento Wartsila di Trieste, ancora nella tempesta. Nuovo tavolo al Mimit il 19 dicembre

Trieste – Nella totale incertezza sulla sorte dello stabilimento Wartsila di Trieste, a un mese dalla scadenza degli ammortizzatori sociali, nessuna buona notizia dal tavolo di confronto svoltosi il 30 novembre al Ministero delle Imprese e del made in Italy, anzi.

La Mitsubishi, che sembrava intenzionata ad avanzare una proposta, si è ritirata dalla manifestazione di interesse che aveva presentato a luglio per rilevare il core business della Wartsila.

Lo riferisce la Uilm-Uil che lo ha appreso dalla Sottosegretaria Bergamotto nel corso del tavolo al Mimit.

Sarebbe invece emerso da Fincantieri un non ben specificato possibile coinvolgimento, almeno così ha annunciato il governo. Confermata, invece, la presenza dell’Ansaldo Energia.

Il Governo intenderebbe procedere sulla strada dell’Accordo di Programma, ma Antonio Rodà, segretario di Trieste della Uilm, si chiede: “C’è davvero un progetto? Oggi non abbiamo elementi per dire di avere avuto una risposta chiara dal Governo”.

“Doveva essere il momento di chiudere e non ci sono ancora certezze sulla continuità industriale né garanzie per i lavoratori. Tutto rimandato e nessuna vera certezza, con la novità negativa del ritiro di Mitsubishi e con la disponibilità di Fincantieri in un ruolo salvifico non ben definito, nell’assenza di qualsivoglia piano industriale. Spiace che i sindacati e i lavoratori che fin qui hanno dimostrato grande responsabilità e serietà, siano stati lasciati all’oscuro di questi passaggi e non siano stati messi nelle condizioni di partecipare attivamente al processo di reindustrializzazione del sito”.

Lo afferma la deputata Debora Serracchiani, presente oggi al Tavolo di crisi Wartsila.

Le dichiarazioni dell’assessore Rosolen

“Nel corso dell’incontro odierno le istituzioni hanno comunicato di aver individuato nell’Accordo di programma lo strumento finalizzato a dare attuazione al percorso di reindustrializzazione del sito di Bagnoli interessato dalla cessazione dell’attività produttiva da parte di Wärtsilä e in assenza di una avvenuta reindustrializzazione del sito stesso da parte dell’azienda. Ministero delle imprese e del made in Italy (Mimit) e Regione Friuli Venezia Giulia hanno confermato di aver assunto un ruolo fortemente proattivo nel processo di reindustrializzazione senza che ciò implichi in alcun modo la deresponsabilizzazione di Wärtsilä, che dovrà garantire il proprio impegno al fine della condivisione di una soluzione positiva”.

Lo afferma l’assessore al Lavoro Alessia Rosolen al termine del tavolo nazionale convocato il 30 novembre a Roma per fare il punto sulla crisi del sito di Bagnoli, al quale ha partecipato in video collegamento anche l’assessore regionale alle Attività produttive Sergio Emidio Bini.

“Strategicità non solo territoriale del sito, tutela della vocazione industriale dello stesso e salvaguardia dei livelli occupazionali – tenuto conto anche dell’indotto – continueranno a essere i capisaldi del processo di reindustrializzazione che vede – sottolinea Rosolen – anche la disponibilità da parte di Ansaldo e Fincantieri”.

“Va comunque ribadito che le istituzioni hanno dovuto assumere un ruolo proattivo nel processo di reindustrializzazione a fronte di un mancato buon esito delle azioni esperite da Wärtsilä in tal senso. L’Accordo di programma costituisce lo strumento per garantire allo stesso tempo l’impegno massimo delle istituzioni e l’assunzione da parte di Wärtsilä di quelle responsabilità nei confronti del territorio e dei lavoratori dalle quali – conclude – non può essere in alcun modo svincolata”.

Sarà decisivo il prossimo incontro del 19 dicembre al Mimit, a cui il Governo “deve arrivare con proposte concrete e certezze per i lavoratori” reclamano i rappresentanti sindacali.

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