Tavolo di confronto sul destino dello stabilimento Wartsila: tre aziende interessate

Trieste – Si è svolto il 23 aprile presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy il tavolo sulla vertenza Wartsila.

A rischio a Trieste ci sono circa 400 posti di lavoro, oltre a quelli dell’indotto, e la perdita di capacità produttive tecnologicamente avanzate, con competenze e professionalità consolidate nel tempo.

L’incontro al Ministero era presieduto dalla sottosegretaria Fausta Bergamotto. Hanno partecipato le rappresentanze sindacali, l’advisor incaricato dall’azienda e la Regione Friuli Venezia Giulia con il presidente Massimiliano Fedriga e l’assessore al Lavoro Alessia Rosolen.

L’advisor, riferiscono i sindacati, ha presentato le tre ipotesi di reindustrializzazione pervenute finora, senza però indicare i nomi dei proponenti.

Per il sindacato Cgil-Fiom quello di oggi è stato un incontro interlocutorio: le tre aziende che, come riferito dalla multinazionale, hanno manifestato interesse per la reindustrializzazione del sito di Trieste non hanno allo stato presentato progetti concreti, suscettibili di una valutazione compiuta da parte delle organizzazioni sindacali.

Lo dichiarano in una nota congiunta Luca Trevisan, segretario nazionale Fiom-Cgil e Marco Relli, segretario generale della Fiom-Cgil di Trieste.

“Il confronto aggiornato al 18 aprile prossimo dovrebbe, quindi, assumere il significato di un avanzamento del confronto – afferma Fiom-Cgil – dato che ci aspettiamo l’avvio di un negoziato su progetti concreti a salvaguardia dell’occupazione dei lavoratori, diretti e dell’indotto, in coerenza con l’originaria vocazione industriale del sito”.

“È necessaria, inoltre, una verifica sul piano industriale di Wartsila Italia riferito al triennio 2023-2025 per rafforzare gli impegni industriali della multinazionale e i vincoli sociali all’occupazione”.

“Anche per questo la Fiom chiede al Governo di intervenire e di svolgere un ruolo attivo sulla vertenza utilizzando tutte le leve e gli strumenti di cui dispone”.

Antonio Rodà, Segretario Uilm Trieste-Gorizia, ha spiegato i dettagli emersi dal tavolo: ”La prima ipotesi è legata ad un’azienda lombarda del settore automotive, con fatturato annuale di 400 milioni di euro e siti produttivi in più Paesi, che si occupa di stampe di grandi dimensioni come cruscotti auto ed altre componenti”.

“La seconda ipotesi riguarda un’azienda che occupa 1.700 dipendenti con 275 milioni di fatturato annuo, che produce silos per il settore dell’agricoltura, per liquidi e per attività legate all’Oil & Gas”. Caratteristiche queste che potrebbero ricondurre all’austriaca Christof Industries, il cui nome era circolato alla vigilia del tavolo”.

“Infine per la terza si tratta di un’azienda che realizza elettrolizzatori per la produzione di idrogeno che agirebbe in joint venture con una grande Multinazionale asiatica legata alla produzione di energie alternative”, forse la Mitsubishi.

Il tavolo è stato quindi aggiornato al 18 aprile, per permettere di avviare un confronto sulle proposte pervenute e individuare la migliore per il futuro del sito.

Il 14 aprile sarà la data ultima entro la quale Wartsila accoglierà eventuali e ulteriori manifestazioni di interesse per la reindustrializzazione del sito. Le proposte dovranno essere vincolanti e con piano industriale.

Il comunicato della Regione

L’incontro odierno presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy non ha pienamente corrisposto alle attese da parte della Regione ma ha costituito comunque un passo avanti nella gestione di un processo di reindustrializzazione che, oggettivamente, risulta essere particolarmente complesso.

Questo, in sintesi, il concetto espresso oggi dal governatore del Friuli Venezia Giulia che ha partecipato, assieme agli assessori regionali al Lavoro e alle Attività produttive, al tavolo governativo riunitosi a Roma sullo stabilimento Wärtsilä di Bagnoli della Rosandra (comune di San Dorligo della Valle nell’ex provincia di Trieste).

Come ha spiegato il governatore, nell’incontro odierno l’azienda ha riferito che le possibili opzioni di vendita per dare un futuro all’impianto si sono ristrette a tre e, in merito a ciò, Wärtsilä ha fornito alcune indicazioni sugli aspetti produttivi e occupazionali dei potenziali acquirenti.

Il presidente ha poi preso atto del fatto che i soggetti in questione non avessero presentato una proposta vincolante e un business plan.

Il governatore ha espresso invece soddisfazione per l’individuazione di un termine ultimo (14 aprile) entro il quale dovranno essere presentate le manifestazioni di interesse vincolanti corredate di business plan. Inoltre, positivo anche il fatto che il Governo abbia anche già fissato la data del prossimo tavolo (18 aprile), occasione in cui verranno valutati congiuntamente le documentazioni.

Infine il governatore, assieme agli altri esponenti dell’Esecutivo regionale che hanno partecipato all’incontro, ha rivolto a Wärtsilä l’invito ad accelerare i contatti con i soggetti interessati, al fine di arrivare velocemente all’individuazione della nuova proprietà che si adopererà nella reindustrializzazione del sito.

A tal riguardo l’auspicio è che la scelta sia quella più convincente, oltre che condivisa dalle parti sociali e dalle istituzioni, e che sia anche tale da garantire una rapida ripartenza dello stabilimento come previsto dal protocollo dello scorso novembre.

L’obiettivo, come ha concluso il governatore, rimane quello di mantenere la fabbrica di Bagnoli in una filiera produttiva strategica dal punto di vista nazionale e, allo stesso tempo, in accordo con le attività produttive del territorio, di garantire dei livelli occupazionali comprensivi anche dell’indotto.

Il comunicato del PD

“Avvertiamo la necessità di mantenere vivo e anzi aumentare il pressing sul Governo e sulla proprietà affinché il processo di reindustrializzazione si concretizzi come richiesto da lavoratori e sindacati, istituzioni e politica. Stiamo vigilando sulla situazione anche attraverso le nostre parlamentari e valutiamo di intervenire con altri atti per sollecitare il Governo a prendere iniziative concrete su cui le parti possano interloquire seriamente. Da qui al prossimo incontro del 18 aprile vorremmo trovare proposte e non altri rinvii, con un Mise che svolge un ruolo più proattivo e meno notarile. Ripetere che Wartsila è un sito strategico non basta. Il tempo scorre veloce, settembre si avvicina e bisogna dare certezze a lavoratori e famiglie”.

Lo afferma la segretaria del Pd provinciale di Trieste Caterina Conti, dopo la riunione a Roma del tavolo Wärtsilä, presieduto dal sottosegretario al Mimit Fausta Bergamotto, con i rappresentanti dell’azienda, della Regione Fvg e le parti sociali.

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