Umberto Orsini in “Le memorie di Ivan Karamazov” in scena per due serate al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

Trieste – Un protagonista magistrale – Umberto Orsini – e un romanzo ai vertici della letteratura di tutti i tempi: “I fratelli Karamazov”, l’ultimo e forse il massimo capolavoro di Fëdor Dostoevskij. E al centro di tutto, il personaggio di Ivan Karamazov, che l’attore affronta per la terza volta nella sua eccellente carriera.
Tutto questo attende quegli spettatori che – sabato 18 e domenica 19 novembre – sceglieranno di assistere a “Le memorie di Ivan Karamazov” con il grande Umberto Orsini diretto da Luca Micheletti.

«Il cuore drammaturgico e registico di queste nostre “Memorie di Ivan Karamazov” è quello d’una sofferta e sibillina riflessione sull’identità. Assumendo il romanzo come nucleo mitologico “a monte”, ci siamo chiesti chi sia Ivan. Un personaggio, d’accordo. Ma anche l’incarnazione romanzesca di un nodo ideologico cruciale e, quindi, un alter ego dell’autore…» spiega Luca Micheletti. «Ivan è una creatura narrativa che, nonostante le diffuse connotazioni che lo descrivono e le molte pagine che Dostoevskij gli dedica, sfuma nell’imprendibile: è la maschera e il pretesto di logiche segrete, negate. È un protagonista che si sottrae alla centralità, individuo che si rifrange in una pluralità di riflessi cangianti, è un’invenzione sospesa, quasi incompiuta. Identità plurime e osmotiche, cui nel nostro caso se ne affiancano anche altre, di natura metateatrale. Sì, perché il nostro Ivan è anche un personaggio-ossessione, che accompagna cinquant’anni di carriera di un mirabile “capitan Achab” della nostra scena, un attore che insegue la sua balena enorme e veloce, la arpiona e si lascia trascinare; Ivan e Umberto, il personaggio e l’attore che lo incarna, osservano la loro storia, esplorano i loro ricordi, riascoltano le loro testimonianze a più voci celebrando un accorato e solitario processo di sincronizzazione interiore».

Orsini e il personaggio di Ivan Karamazov si sono “incontrati” per la prima volta a fine anni Sessanta, girando lo sceneggiato che Sandro Bolchi aveva tratto dal romanzo: Orsini interpretava proprio Ivan, restituendogli un profilo d’incisivo scetticismo. «Da allora – racconta – ci siamo guardati nello specchio e ci siamo confusi uno nell’altro al punto di identificarci o de-identificarci. L’ho costruito giorno dopo giorno quell’Ivan, gli ho dato un aspetto severo, l’ho fatto diventare biondissimo, quasi albino, gli ho messo un paio di occhialini tondi e dei colletti inamidati di fresco. L’ho difeso da una sceneggiatura che lo penalizzava, con lui, specchiandomi in lui, ho trascinato il pubblico ad un ascolto record in una puntata che lo vedeva impegnato in una discussione sull’esistenza di Dio».

Lo spettacolo è in scena sabato 18 novembre alle 20.30 e domenica 19 novembre alle ore 16 alla Sala Assicurazioni Generali: i biglietti sono disponibili nei punti vendita del Teatro Stabile, alla Biglietteria del Politeama Rossetti o su internet tramite il sito del teatro www.ilrossetti.it. Informazioni anche allo 040.3593511.

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