“Un’ora con Pierpaolo Pasolini ed Ezra Pound” al Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa

Pordenone – “Un’ora con Pierpaolo Pasolini ed Ezra Pound” è il titolo della serata in programma, oggi venerdì 30 luglio alle 18.30, nel Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa, occasione per approfondire il rapporto tra Pasolini e il poeta americano grazie a Francesca Cadel, studiosa pasoliniana e docente di Italiano e Film Studies all’University of Calgary (Canada). Sarà inoltre proiettata la celebre intervista di Pasolini a Pound, realizzata per la Rai nel 1967.

L’evento è a ingresso libero su prenotazione (0434 870593). A fronte delle numerose richieste e del numero limitato di posti, l’intervento di Francesca Cadel sarà registrato e il video pubblicato il giorno seguente sulla pagina Facebook del Centro Studi e sul canale YouTube del Centro Studi.

Pasolini e Pound si erano incontrati una prima volta, solo brevemente, in Sicilia nell’estate del 1967, in occasione dell’istituzione del premio Zafferana Etnea (che nel 1968 premiò Elsa Morante, con il Il mondo salvato dai ragazzini), ma l’intervista dell’autunno 1967 di Pasolini a Pound rappresentò l’unica occasione di dialogo tra i due poeti. Quando nel 1955 la rivista «Stagione» dedicò un numero speciale al poeta americano, allora rinchiuso nel manicomio criminale di Saint Elizabeth, a Washington, Pasolini declinò l’offerta di collaborazione, scrivendo a Mario Costanzo di non amare Pound. Pound morì nel 1972 a Venezia, e a distanza di un anno, Pasolini sottoscrisse, anche politicamente, i suoi versi conservatori: Che cosa cambia nel suo giudizio e perché Pasolini omaggia Pound come un maestro in entrambe le sue due ultime opere non postume, Salò e La nuova gioventù? Che cosa arriva a condividere ideologicamente Pasolini con Pound tra ’67 e ’75?

E’ certo che dopo l’intervista per la Rai realizzata a Venezia nel 1967, Pound risulterà di lì in avanti sempre più presente nell’opera pasoliniana, come un simbolo con una funzione ben precisa: indicare in una prospettiva sempre futura – all’interno e non contro la modernità – un’etica fondata sull’equilibrio tra uomo e natura, ed esaltarne gli esempi passati. In questo senso Pasolini utilizza I Cantos e ne sottoscrive, citandoli nella sua ultima produzione, sia in Salò che ne La nuova gioventù, quelli che egli definisce i versi più conservatori di Pound, ispirati all’etica confuciana e alle leggi del mondo contadino cinese.

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