Covid-19, nuovi contagi quasi a 1000, rischio zona rossa. Vaccinato l’8,1% della popolazione

FVG – Sono 13.174 le persone positive al Covid-19 in Friuli Venezia Giulia. Giovedì 11 marzo l’aumento è pari a 503 unità.

I nuovi contagi di Covid sono 991. La stima dell’indice di contagiosità si sta attestando intorno a 1,3, il che potrebbe portare il Friuli Venezia Giulia in zona rossa da lunedì 15 marzo.

Nel dettaglio, su 7.537 tamponi molecolari sono stati rilevati 651 nuovi contagi con una percentuale di positività del 8,64%. Sono inoltre 3.250 i test rapidi antigenici realizzati, dai quali sono stati rilevati 340 casi (10,46%).

I decessi registrati sono 16. I ricoveri nelle terapie intensive scendono a 61 da 62 mentre quelli in altri reparti salgono a 497.

I clinicamente guariti sono 2.385. Le persone affette da Covid in isolamento a casa risultano essere 12.616.

Case di riposo e sanità regionale

Nelle residenze per anziani è stato rilevato un caso di positività al virus tra le persone ospitate nelle strutture regionali, mentre sono stati rilevati due contagi tra gli operatori sanitari delle RSA.

Nel Sistema sanitario regionale da registrare nell’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale la positività al Covid di un operatore socio sanitario, di un amministrativo, di un ausiliario specializzato e di un assistente sanitario.

Nell’Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina contagiati un operatore socio sanitario e un autista di ambulanze.


Vaccinazioni

Sono 146.496 le dosi di vaccino somministrate in Friuli Venezia Giulia a fronte di 170.415 dosi disponibili.

Nel frattempo sono iniziate le somministrazioni di vaccino nel Centro Anziani di Monfalcone (nella foto ARC). Il Centro vaccinale è stato inaugurato l’11 marzo alla presenza della sindaca Anna Cisint e del vicegovernatore della Regione con delega alla Salute Riccardo Riccardi.

Il Friuli Venezia Giulia è una tra le regioni dove i propri cittadini (8,1 per cento) hanno maggiormente ricevuto almeno una dose dei tre vaccini a disposizione: lo ha dichiarato lo stesso Riccardi rispondendo ad una interrogazione in Consiglio regionale.

Nel dettaglio, ha spiegato l’assessore, il numero di richieste di vaccinazione a domicilio si è rivelato molto maggiore rispetto alle previsioni e pertanto è stato necessario in via prioritaria condurre una puntuale attività di verifica che, in una prima analisi, ha dimostrato un’elevatissima percentuale di inappropriatezza, ovvero di richieste non legate a motivi sanitari.

“Questo si è reso necessario – ha concluso Riccardi – al fine di concentrare gli sforzi verso quelle persone che effettivamente risultano in possesso dei requisiti per poter usufruire di un servizio che comporta un impegno notevole per le Aziende del territorio”.

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