Gli abiti di scena di Raffaella Carrà in mostra al Magazzino 26 del Porto Vecchio di Trieste

Trieste – Gli abiti di scena di Raffaella Carrà rivivono nell’esposizione organizzata dal Comune di Trieste – Assessorato alle politiche della cultura e del turismo, e realizzata da “Prandicom – IES Trieste Lifestyle”.

L’allestimento dal titolo “Com’è bello da Trieste in giù”, è visitabile al Magazzino 26 di Porto Vecchio a Trieste (Sala Sbisà) a partire dal 30 novembre.

Un percorso espositivo – per la prima volta presentato nel Nordest – caleidoscopico e scintillante, come lo è stata la carriera della “Raffa” nazionale, star evergreen: un’icona dello spettacolo fra le più note e amate, da Trieste in giù, a tutto il pianeta.

Negli spazi della Sala Sbisà vengono esposti 35 straordinari abiti che appartengono all’archivio privato di due salernitani: Giovanni Gioia e Vincenzo Mola che grazie alla loro passione per il collezionismo e per l’icona Carrà ne hanno raccolti 350.

Altri due abiti sono stati donati dall’autore Rai Massimiliano Canè, consulente artistico per i video d’epoca che, scorrendo accanto ai costumi di scena, ricostruiscono oltre 30 anni di storia dello spettacolo, della tv e della società italiana.

Lo show del 1978 “Ma che sera” è rimasto indelebilmente nella memoria nazionale anche per il ritornello della sigla d’inizio, “Com’è bello far l’amore da Trieste in giù!” Raffaella, inconsapevolmente, aveva creato quello che oggi possiamo definire il sound branding della città. Un’immagine positiva e spensierata.

Collezioni Carrà ha estratto dal suo archivio una sequenza di abiti che ci proiettano nei programmi-cult della Tv italiana, e non solo: attraverso tournée e produzioni cinematografiche che hanno visto protagonista Raffaella Carrà in Italia e a tante latitudini del pianeta, impegnata in coreografie indimenticabili oppure alla conduzione di talk show che hanno cambiato la filosofia della televisione dal mattino al prime-time serale. Si va così dal tour di Forte, forte, forte (1976) al fortunatissimo show Carràmba! che fortuna (2008), passando attraverso format di successo straordinario come Pronto, Raffaella? e Buonasera, Raffaella, ma anche Domenica in e varie edizioni di Fantastico, il film Barbara e spettacoli on stage come Millemilioni.

Ma è soprattutto a un programma che sulla fine degli anni Settanta ha fatto epoca, Ma che sera, che l’evento espositivo si ispira: perché proprio la sigla iniziale di quella trasmissione, l’evergreen Tanti auguri! (Com’è bello far l’amore), veniva inciso da Raffaella Carrà nel 1978 per la Cbs: un brano che chiamava in causa Trieste come città dalla quale far discendere l’amore, con versi che promuovevano per la prima volta, con verve, straordinaria lungimiranza e una attualità formidabile persino per i tempi che viviamo, quasi 50 anni dopo, l’immagine di una donna capace di autodeterminarsi, libera, indipendente.

Anche per questo l’evento espositivo di Trieste si rivela una dedica appassionata a una grande donna di spettacolo, al suo talento e alla sua umanità. Un’esposizione che ci trasporta, come una macchina del tempo glamour sfavillante, attraverso 32 anni di televisione, di spettacolo, di evoluzione sociale e del costume, sulle ali di uno dei personaggi più iconici e amati in Italia e in tutto il mondo.

Esposta a Trieste una collezione davvero d’eccezione, tra strass, paillettes, chiffon, pietre Swarovski, luccichii, tessuti preziosi, tagli originali, sempre personali, di alta sartoria. Taglie dalla 38 alla 42, vestiti che pesano anche dieci chili, abiti disegnati da note griffe dello spettacolo come Gabriele Mayer e la sua sartoria artistica (dalla quale sono usciti anche molti abiti di Renato Zero e Lorella Cuccarini o i costumi di film come Marie Antoinette di Sofia Coppola).

A firmare gli abiti sono anche molti altri professionisti del mondo dello spettacolo, come Corrado Colabucci a Luca Sabatelli: vestiti che rappresentano un patrimonio culturale e artistico e dai quali si sprigiona ai visitatori lo stile del personaggio Carrà nel suo l’impeccabile caschetto biondo, nelle eleganze maliziose e negli eccessi indossati con ironia.

Abiti di lustrini e paillette, costumi da sera e tute ma anche giacche, motivi dall’optical al super chic, tante mise sospese fra il bianco, il nero e il rosso – i colori più amati – ma anche l’oro, il blu notte e l’argento. Trentacinque “scrigni” fruscianti, che schiudono l’icona, mito del varietà, ma anche la storia della televisione tricolore così come Raffaella Carrà l’ha incarnata.

La mostra è aperta al pubblico da sabato 30 novembre al prossimo 16 febbraio dal giovedì alla domenica con ingresso libero dalle 10 alle 18.

Saperne di più su Raffaella Carrà: https://it.wikipedia.org/wiki/Raffaella_Carr%C3%A0

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