Il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza: necessarie limitazioni per i cortei No Green Pass

Trieste – “Non è che possiamo fare cose drammatiche, perché la Costituzione prevede che questi possono manifestare. Non possiamo dire ‘non si fa più niente’. A questo punto cercheremo però di limitare, anche perché adesso comincia a mobilitarsi anche l’altra parte della città, che ha raccolto 60mila firme”.

Sarà questo l’ordine del giorno numero uno, fa sapere all’agenzia di stampa Dire il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, che il Comune porterà al primo Comitato per l’Ordine e la sicurezza pubblica, che verrà convocato prossimamente dal nuovo prefetto di Trieste, Annunziato Vardè, accolto oggi dal sindaco in Municipio, e che domani si presenterà ufficialmente al pubblico.

Dipiazza ha sottolineato al prefetto come la città non è abituata a queste manifestazioni, e che lui stesso in vita sua non le aveva mai viste a Trieste.

Ora però “la situazione è drammatica”, sottolinea il sindaco. “I commercianti sono in subbuglio, gli albergatori pure perché stanno rimettendo una barca di soldi. Insomma, non è che per quattro deficienti dobbiamo rovinare una città”, attacca.

E conclude: “Io ho fatto il terzo vaccino, e come sindaco invito tutti ad andare a vaccinarsi, perché se torniamo in lockdown, o in zona rossa o arancio, sarà un disastro per l’economia della città”.

La petizione continua a raccogliere sottoscrizioni

La petizione “Appello a Trieste. Perché Trieste è scienza, lavoro, cultura e responsabilità” intanto si avvia a raggiungere le 61mila firme e continua a “macinare” raccogliendo il consenso di uomini di scienza, di cultura e del mondo politico. Anche il governatore Massimiliano Fedriga e la vicesindaca di Trieste Serena Tonel hanno sottoscritto l’appello.

“Un grandissimo risultato che va oltre le nostre aspettative – ha detto uno dei promotori, Mitja Gialuz, all’ANSA -. Trieste è una città da 210 mila abitanti, uno su tre ha aderito al nostro appello”.

“La molla che ci ha spinto a lanciare la petizione – continua – sono state le continue manifestazioni che hanno letteralmente messo in ginocchio la città. Proteste permeate da subculture antiscientifiche e che hanno causato un danno non solo sanitario, ma anche sociale ed economico”.

“Noi però non siamo contro nessuno – evidenzia Gialuz -. Siamo per il confronto, tenendo sempre presente però che non esistono libertà assolute, ma diritti e doveri. E il primo limite è proprio il diritto alla salute”.

(da: Agenzia Dire, agenzia Ansa; foto: Comune di Trieste)

Print Friendly, PDF & Email
Condividi