Il Tar respinge le istanze dei centri islamici di Monfalcone, associazioni ricorreranno in appello

Monfalcone (Go) – Il Tribunale amministrativo regionale del Friuli Venezia Giulia ha rigettato anche l’istanza cautelare di sospensione dei provvedimenti di chiusura dei centri culturali islamici Darus Salaam e Baitus Salat di Monfalcone (Go).

Dopo il risultato della scorsa settimana che aveva respinto la richiesta monocratica di sospensione nella vicenda riguardante i due centri islamici, il Comune di Monfalcone ottiene un nuovo risultato positivo in quanto il Tar, con due nuove ordinanze, ha rigettato anche l’istanza cautelare di sospensione dei provvedimenti richiesta dai ricorrenti.

Di conseguenza i due provvedimenti adottati dall’amministrazione comunale trovano un’ulteriore conferma e diventano in questo modo esecutivi.

Com’è noto, l’ente aveva ritenuto di intervenire a fronte di una serie di elementi emersi a seguito di specifiche verifiche tecniche, che avevano fatto rilevare problemi di legittimità dell’operato e, soprattutto, questioni di incolumità pubblica e di sicurezza.

Nel corso di alcuni accertamenti, era risultata la presenza di un numero di persone di gran lunga superiori alla capienza consentita delle strutture e l’assenza del rispetto delle necessarie prescrizioni di sicurezza.

Il Tar, nel respingere l’istanza cautelare, evidenzia proprio che “come già rilevato nel precedente decreto monocratico (quello che non aveva accolto la richiesta di sospensiva), l’interesse pubblico alla salvaguardia dell’incolumità in connessione con l’incontestato sovraffollamento registrato nei locali, sia prevalente sull’interesse (interinale) della ricorrente”.

“Come ho più volte rimarcato – ha rilevato il sindaco Anna Maria Cisint – il Comune si è sempre mosso nell’obiettivo di tutelare le ragioni di conformità alle norme e quelle della pubblica sicurezza, che vanno rispettate da tutti i cittadini e per questo abbiamo sempre respinto ogni campagna di disinformazione tesa ad accusarci di razzismo e di pregiudizi razziali.

La nostra volontà è di  attenerci al rispetto delle regole e, in questo ambito, abbiamo piena fiducia nelle valutazioni dei tecnici competenti e delle loro verifiche.

Il dato che emerge è che il Tar, con queste due nuove ordinanze, ha ritenuto di non accogliere le istanze dei rappresentanti dei due centri islamici, mantenendo in essere, quindi, la valenza dei due provvedimenti del Comune”.

Nell’imminenza del Ramadan “privare gli associati degli spazi necessari alle attività associative e di culto costituisce un pregiudizio grave e irreparabile“, afferma il legale rappresentante dei due centri, avvocato Vincenzo Latorracca. “Ecco la ragione per cui le associazioni ricorreranno, con appello cautelare, al Consiglio di Stato“.

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