Importante sentenza per la Flex, il giudice ordina il reintegro di 20 lavoratori somministrati

Trieste – Il giudice del lavoro del Tribunale di Trieste ha ordinato alla ditta Flex di Trieste la reintegra dei lavoratori somministrati, al risarcimento del danno e al pagamento delle spese giudiziarie.

Lo annuncia in una nota l’Usb Trieste – Unione Sindacale di Base.

“Lavoratori somministrati con anzianità fino a 13 anni. Precari da una vita, hanno iniziato il loro calvario in Alcatel Lucent ma Flex, dopo aver acquisito lo stabilimento di Trieste non ha mai inteso mettere rimedio a questa situazione – scrivono le Usb. – Lavoratrici somministrate che hanno deciso di diventare madri mai più richiamate in servizio (ne contiamo almeno 10), busta paga da somministrato che non fa garanzia in banca per un prestito o un mutuo, calvario del rinnovo da 1 mese, 3 mesi o un anno, sempre pronti a lavorare tutti i festivi e le domeniche perché sei precario e ricattabile”.

“E dopo l’ultima crisi aziendale per l’evidente incapacità di Flex di fare industria e una progressiva dismissione dello stabilimento triestino accompagnata dalle altre sigle sindacali, il benservito: tutti i somministrati, sacrificabili secondo la proprietà, sono stati allontanati con la chiusura del contratto di fornitura di manodopera con le agenzie di somministrazione”.

La Usb ha promosso i ricorsi con lavoratrici e lavoratori e oggi la dott.ssa Bortolami, giudice del Tribunale del Lavoro di Trieste, ha cancellato oltre 20 anni di soprusi riscontrando la sussistenza del rapporto di lavoro a tempo indeterminato con Flex (non più con l’agenzia di somministrazione) ordinando la reintegra dei ricorrenti, risarcendo il danno e condannando l’azienda alle spese di giudizio.

“Una sentenza – conclude la sigla sindacale – che speriamo farà riflettere chi ha fatto della flessibilità (cioè il precariato) il leitmotiv della propria azione imprenditoriale e di chi accompagna sindacalmente le aziende in meccanismi sempre più intensi di sfruttamento e ricattabilità”.

“Sarebbe utile introdurre strumenti legislativi per prevenire le storture che questi lavoratori e lavoratrici hanno dovuto subire per oltre un ventennio e auspichiamo una visione di politica industriale che ad oggi questo governo, come altri in passato non ha saputo ancora esprimere”.

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