Notte di San Giovanni a Barcis: il lago aspetta i visitatori anche se causa covid quest’anno l’evento non si terrà

Barcis (Pn) Quest’anno, vista l’emergenza coronavirus ancora in atto, non si terrà l’evento “La notte di San Giovanni, tra le tradizioni  di ieri e i ricordi di oggi – il solstizio d’estate” in programma tra il 23 e il 24 giugno, a Barcis, in Valcellina, dove alla devozione del Santo patrono è legata anche l’antica tradizione del mazzo di fiori ed erbe spontanee che, se raccolte in questa particolare notte dell’anno, assumono poteri taumaturgici.

Grazie alla Pro Loco e all’Associazione “Le Vincèe”, in collaborazione con Comune e Parrocchia ogni anno si svolgevano, insieme al rito religioso dei Vesperi con la benedizione del “Mazzo di San Giovanni”, anche la sfilata in abiti tradizionali lungo le vie del paese per raccogliere l’acqua di San Giovanni dalle sette fontane del borgo e nel piazzale Centi l’esposizione delle “erbe magiche” con canti, balli e momenti musicali, evento che richiamava centinaia di persone.

“Quest’anno l’emergenza Coronavirus ci ha portato alla sospensione dell’evento – spiega il presidente della Pro Loco Maurizio Salvador – ma i visitatori che in quei giorni verranno a trovarci, richiamati dalla bellezza delle nostre montagne e da quella del nostro borgo bagnato dal lago, potranno sicuramente realizzare il proprio mazzetto di erbe di San Giovanni magari chiedendo aiuto agli abitanti di Barcis e fare tappa a ognuna delle fontane per raccogliere l’acqua”.

Sono 14 le erbe che compongono la variante barciana del mazzo di San Giovanni, ognuna con un proprio “potere” riconosciuto dalle superstizioni di un tempo (e che oggi sappiamo superate, anche se alcune piante hanno effettivamente un valore fitoterapico): iperico (scaccia il diavolo); ruta (per soggiogare i demoni); menta (ottimo digestivo); salvia (protezione dalle creature malvagie); rosmarino (stimola l’appetito); aglio (da cogliere prima del sorgere del sole contro le stregonerie); artemisia (protettrice durante i viaggi); lavanda (contro le disgrazie); felce (dà capacità divinatorie); barba di capra (con proprietà magiche); alloro (protegge dalle negatività); ulivo (per realizzare amuleti protettivi); achillea (per i filtri d’amore); sedum o erba di San Giovanni (dava capacità divinitatorie alle giovani spose).

La benedizione del “Mazzo di San Giovanni” dopo il canto dei Vesperi in latino in onore del patrono è solo uno degli antichi riti che veniva portato avanti a Barcis, visto che dopo la cerimonia religiosa si raccoglieva l’acqua di San Giovanni dalle sette fontane del paese, che sono quelle dette di piazzetta Battisti; da Battista; dal Signour; piazzetta Barutta; piazzetta di Salita Carducci; da Celis e quella vicino a Palazzo Centi, storico edificio che ospita la reception del locale albergo diffuso.

Qui, sul lungolago, gli anni scorsi, si concludeva la serata con la conta dei fili di saggina e dei grani di sale (esercizio che si diceva rallentasse il viaggio delle streghe durante la notte) e tra esibizioni di gruppi di danzatori e musicisti del folklore locale venivano esposti i sacchetti con le erbe al pubblico. Erbe che poi sono grandi protagoniste anche nelle proposte gastronomiche tipiche di Barcis. Il mazzetto e l’acqua vengono poi conservati fino all’anno successivo e utilizzati quando c’è bisogno di una protezione dall’alto: un tempo si bruciava parte delle erbe per allontanare il maltempo dai campi, per esempio.

“Un plauso alla Pro Loco di Barcis e all’Associazione “Le Vincèe”,  – ha dichiarato Valter Pezzarini presidente del Comitato regionale del Friuli Venezia Giulia dell’Unpli – per aver conservato questa tradizione così tipica e che rappresenta un elemento di richiamo per i visitatori attratti da questo esempio di memoria immateriale antico di secoli”.

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