Pedopornografia online: la Polizia Postale di Udine scopre traffico di foto di minori

Udine – In uno scenario nel quale la continua evoluzione tecnologica influenza ogni azione del nostro vivere quotidiano, lo sforzo della Polizia Postale e delle Comunicazioni nell’anno 2019 è stato costantemente indirizzato alla prevenzione e al contrasto della criminalità informatica in generale, con particolare riferimento ai reati che coinvolgono minori.

Il Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online

Il ritmo frenetico delle innovazioni tecnologiche e dei nuovi mezzi di comunicazione, conseguenti alla diffusione di Internet su larga scala e, in particolare, la progressiva diffusione di smartphones e tablets tra i minori, sono solo alcuni degli elementi che agevolano le forme di aggressione in rete verso l’infanzia e l’adolescenza, determinando, di conseguenza, un notevole incremento non solo di reati che vedono coinvolti i minori online, quali la pornografia minorile e il cyberbullismo, ma anche della diffusione di altre forme di aggressione nei loro confronti, come le condotte autolesioniste, le c.d. challenges (es.: Blue Whale, Binge Drinking), etc.

Considerato che uno degli aspetti propri del web che caratterizzano tali fenomeni, nonché tutte le comunità virtuali, è l’assenza di confini e, quindi, la sovranazionalità, che implica la presenza di utenti che si connettono dall’estero con server attestati in altri Paesi, l’attività di cooperazione internazionale, instaurata nel corso degli anni dal Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (C.N.C.P.O.) tramite EUROPOL e INTERPOL, sia con paesi dell’UE, sia extraeuropei, è di assoluta importanza, in quanto consente uno scambio info investigativo, nonché di condivisione di nuove tecniche di indagine e buone prassi nella materia.

A livello regionale si segnala l’Operazione “Little players”

L’Indagine, coordinata dal C.N.C.P.O. e condotta dalla Sezione Polizia Postale di Udine, trae spunto dalla segnalazione presentata da un sacerdote nei confronti di un suo ex alunno che attraverso il proprio profilo “Instagram” seguiva bambini e ragazzi in atteggiamenti provocanti, che presentavano inoltre sul proprio profilo riproduzioni fotografiche pedopornografiche.

La sezione di Udine ha effettuato la perquisizione informatica nei confronti dell’indagato e dall’analisi dei supporti informatici rinvenuti si acclarava la presenza, su tali supporti, di materiale pedopornografico.

Inoltre, l’esame del materiale sequestrato ha permesso agli agenti di verificare che il materiale illecito era stato oggetto di scambio con altri utenti del noto servizio di messaggistica istantanea “KIK”, dove il soggetto era solito accedere, comunicando anche in lingua inglese.

Dalle risultanze emerse, prende il via una indagine molto più ampia e complessa, condotta in modalità sotto copertura, a seguito della quale sono stati individuati 36 soggetti che detenevano e divulgavano materiale pedopornografico tramite link a spazi cloud dove veniva archiviato il materiale.

Pertanto sono state eseguite 36 perquisizioni, disposte dalla Procura della Repubblica di Trieste, volte ad individuare i soggetti responsabili di tali condotte delittuose.

L’attività si è conclusa con 35 denunciati e 1 arrestato.

Print Friendly, PDF & Email
Condividi