Politica e scuola, è polemica sul “monitoraggio” degli insegnanti a Monfalcone. Interrogazione al Senato

Monfalcone – Hanno suscitato polemiche le affermazioni della sindaca di Monfalcone, Anna Maria Cisint (Lega Nord) riguardo alle discussioni che avvengono nelle scuole riguardo ai temi della politica comunale.

“Giorni fa – scrive Cisint su Facebook – ho commentato un post di Porro che allegava la lettera di un’insegnante che denunciava la pressione degli insegnanti di sx all’interno della sua scuola: “Anch’io ho ricevuto segnalazioni di ragazzi e genitori e qualche insegnante – ho scritto – e per questo stiamo valutando di istituire uno sportello di ascolto’. Una cosa normale, ovvia credo, a tutela di tutti”.

“A Monfalcone – così ancora la sindaca – c’è il garante dell’infanzia e adolescenza che potrà occuparsene. E invece apriti cielo! Lesa maestà! La sinistra in coro (e la stampa di regime scrivendo e affermando falsità come spesso ormai succede) distorce la realtà a partire dalla signora Lucarelli (un’altra comunista con il Rolex) che ha twittato senza nemmeno verificare che ‘Il sindaco leghista vuol fare le liste di proscrizione.” Niente di più falso ovviamente ma tutto molto figlio di un certo stile…
“La realtà però è molto più semplice e banale: i ragazzi, i genitori e gli insegnanti con cui ho parlato hanno evidenziato un disagio molto grave e nessuno meglio di un professionista (il garante è un ex insegnante) può valutare il da farsi” sostiene Cisint.

Da parte dell’opposizione si ribadiscono la libertà di opinione e la libertà d’insegnamento.

Così il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Mauro Capozzella: “È iniziato a Palermo a maggio, con la sospensione di un’insegnante di lettere che non aveva voluto censurare i propri alunni; un po’ di scalpore mediatico e poi tutto è finito sepolto sotto nuovi e più redditizi episodi di cronaca. Poi l’altro giorno a Monfalcone ecco spuntare di nuovo il germe dell’autoritarismo: la sindaca Cisint decide di affidare al garante per i diritti dell’infanzia e l’adolescenza di Monfalcone il compito di raccogliere i racconti di studenti e genitori su quanto accade in aula, poiché pare che ci siano state iniziative e commenti critici nei confronti della Lega”.

“Episodi apparentemente piccoli, ma di una gravità estrema che se non fermati subito rischiano di distruggere uno Stato di diritto e i fondamenti su cui si basa la nostra democrazia. L’articolo 21 della Costituzione è dedicato alla libertà di manifestazione del pensiero, l’articolo 33 garantisce la libertà di insegnamento. Mi chiedo se ci si renda conto di quali principi siano stati calpestati. asserisce preoccupato Mauro Capozzella – Non mi riferisco solo al regime fascista, ma guardo solo alla storia recente, all’epurazione degli insegnanti in Turchia dove, solo nel 2016, 2.100 licenze di insegnanti furono revocate perché contrarie alla politica di Erdogan. È diventato questo il mio Paese? Se sì va fatta una profonda riflessione”.

“Non posso credere che una donna di cultura e che ha sempre dimostrato profondo rispetto per l’istituzione scolastica e il corpo insegnante come l’assessore Rosolen sia d’accordo, né che il presidente Fedriga e la sua Giunta non siano profondamente imbarazzati. È per questo che auspico si alzi la loro voce: in alternativa dovrà essere il Presidente Mattarella a ripristinare la legalità” prosegue il consigliere M5S.

“È inaccettabile invitare e autorizzare studenti e genitori a essere delatori del corpo insegnante mascherando dietro l’ideologia politica un brutto voto o non accettare una legittima osservazione in classe da parte di un insegnante – aggiunge Capozzella -. Tutto sarà dunque concesso ai ragazzi che grideranno all’ingiustizia anti leghista? È imbarazzante pensare che la preparazione di un docente sia messa in discussione dal disallineamento al sistema, che debba misurare in classe le parole perché rischia il posto, che abbandoni il dialogo e il dibattito per paura. Avremo così sudditi privi di spirito critico e non giovani menti capaci di formarsi in maniera indipendente un’opinione. Diventeremo una dittatura e non saremo più una Repubblica. Fino a quando Salvini balla l’inno con le cubiste del ‘Papeete’ posso pensare che sia inopportuno per un Ministro dell’Interno ma non pericoloso, ma questa è un’altra storia”.

Le senatrici Tatjana Rojc (Pd) e Simona Malpezzi (vice Presidente del Gruppo Pd al Senato) hanno presentato un’interrogazione in commissione al ministro dell’Istruzione Marco Bassetti, in merito all’iniziativa annunciata dalla sindaca di Monfalcone.

“Chiediamo se il ministro Bassetti non ritenga che il monitoraggio degli insegnanti di sinistra sia in palese contrasto con la legislazione vigente, e come intenda intervenire, per quanto di sua competenza, per impedire che sia lesa la libertà e la dignità degli insegnanti e dell’insegnamento”.

Le senatrici ricordano nell’interrogazione che “la libertà di insegnamento è garantita dall’art. 33 della Costituzione che, al primo comma, recita: «l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento», e tale libertà è stata riconosciuta anche allorché è stato introdotto il principio in forza del quale le istituzioni scolastiche sono autonomie funzionali”.

“La creazione di ‘punto di ascolto riservato’ al Garante per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, cui – aggiungono Rojc e Malpezzi – sarebbe devoluta la valutazione di ogni singolo caso e la scelta se segnalarlo a sua volta a chi di competenza, direttore scolastico o ministero, lascia mano libera alla compilazione di vere e proprie liste di proscrizione che hanno l’obiettivo di segnalare chi non è in linea con il pensiero dell’attuale classe dirigente alla guida il Paese e in particolare – concludono – la Lega”.

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