Tre giornate dedicate all’impegno civile e alle lotte al fenomeno mafioso

Trieste – Per “Pequod – Itinerari di Letteratura e giornalismo”, stasera martedì 15 marzo al teatro Miela alle ore 18.00, avrà luogo la presentazione del libro “L’ora edizione straordinaria” il romanzo di un giornale raccontato dai suoi cornisti (ed. Regione Sicilia, 2019).

Tre giornalisti uccisi, una bomba nelle rotative, una lunga storia di lotte in nome della libertà di stampa. Fondato a Palermo dai Florio nel 1900, il racconto di un quotidiano “L’ora” da sempre “in edizione straordinaria”, protagonista delle grandi battaglie civili nell’Italia repubblicana e in prima linea nella lotta a Cosa Nostra. Sergio Buonadonna, Antonio Calabrò e Enzo D’Antona, tutti formatisi presso il glorioso quotidiano siciliano, presentano il libro intervistati da Pier Luigi Sabatti.

Nel quadro scenico Marco Puntin impersonerà Vittorio Nisticò, il caparbio, geniale e battagliero direttore del quotidiano di Palermo dal 1955 al 1975, che seppe radunare intorno a sé e al suo giornale tre generazione dei migliori cronisti e intellettuali siciliani scrivendo alcune delle pagine più importanti della giornalismo, della cultura e dell’impegno civile del nostro Paese.

“A trent’anni dalle stragi di Capaci e di via D’Amelio è importante ricordare quei tragici episodi che hanno segnato uno dei momenti più terribili e sanguinosi della lotta contro la mafia. Una battaglia oggi forse meno cruenta ma ancora lungi dall’essere vinta. Per questo è giusto sostenere iniziative come quella promossa oggi dal Teatro Miela che vede l’Ordine dei giornalisti del FVG al suo fianco. Tanto più quando si intende ripercorrere la storia di un quotidiano, L’Ora di Palermo, che è stato in prima linea nelle grandi battaglie civili di modernizzazione del Paese e nella lotta alla mafia. Un giornale dove si sono peraltro formati illustri colleghi, come il triestino Etrio Fidora e l’ex direttore del Piccolo e oggi presidente del Miela, Enzo D’Antona” come ben sottolinea Cristiano Degano, Presidente dell’Ordine dei giornalisti del Fvg.

Quando un giornale muore si lascia dietro tracce e rimpianti ma non sempre riesce a trasmettere e custodire nel tempo il valore della sua memoria. Pare che “L’Ora” sia un’eccezione. Dopo aver concluso la sua esistenza nel 1992, ha alimentato un filone inesauribile di rievocazioni storiche, giornalistiche, cinematografiche e documentaristiche che ne hanno descritto il profilo di un diario civile del Novecento siciliano. Tante volte è stato rievocato il clima di quelle esperienze nelle quali si sono formate tre generazioni di giornalisti che poi hanno trasferito nel grande giro nazionale un modello memorabile di tecniche e di saperi professionali.

Cosa è stato L’Ora, nella storia dell’Italia del secolo scorso, è sottolineato da Mario Genco, nel primo intervento del libro. La lingua de L’Ora – scrive Genco – erano anche le sue inchieste; fu il primo giornale in Sicilia a istituzionalizzare l’inchiesta. Nei quasi 38 anni da quando alla fine del 1954 era cominciata l’era della direzione Nisticò, fino al 9 maggio del 1992 quando cessò le pubblicazioni. Le inchieste si focalizzarono spesso sulla mafia. Cosimo Cristina, Mauro De Mauro e Giovanni Spampinato furono firme di spicco, pagando con la vita per il coraggio dei loro servizi. Tra le grandi “grandi firme” del giornale: Marcello Sorgi, Antonio Calabrò, Francesco La Licata, Sergio Buonadonna, Attilio Bolzoni, Bianca Stancanelli, Nicola Lombardozzi. Tra i suoi giornalisti ricordiamo due  ex direttori de “Il Piccolo” Sergio Baraldi e Enzo D’Antona. E il grande Etrio Fidora, triestino di nascita ma palermitano d’adozione, che durante la sua collaborazione con “L’Ora” subì quasi 100 querele per diffamazione , che finirono tutte con l’assoluzione.

Fare un buon giornale – scrive Antonio Calabrò nel suo ricordo – è come costruire ponti, per rendere più facile e frequente lo scambio d’idee, valori, progetti ed emozioni, tra parti diverse dell’opinione pubblica. La lunga esperienza di un piccolo-grande quotidiano come L’Ora, in tutto il corso di un Novecento tumultuoso, ne è la conferma. Calabrò ricorda anche la figura di Vittorio Nisticò negli anni della sua direzione e poi nella stagione della presidenza della cooperativa editrice. “Il migliore interprete dell’anima del giornale”, orgogliosa, curiosa, autonoma; legata, comunque, a un’etica del giornalismo, della politica e della cultura tra le più solide e fertili nel panorama italiano contemporaneo. Inoltre c’era il “polmone” da cui L’Ora attingeva per i servizi: gli ospiti, soprattutto intellettuali, italiani e stranieri, che a giornale chiuso, nel pomeriggio, affollavano l’ufficio del Direttore, trasformato in salotto.

Evento organizzato con il patrocinio di Circolo della Stampa, Ordine dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia, Assostampa Fvg; ingresso libero.

Mercoledì 16 marzo sempre alle 18.00, è la volta dello  spettacolo “Boresellino” di e con Giacomo Rossetto per la produzione del Teatro Bresci. Spettacolo vincitore del Premio Grotte della Gurfa per il Teatro d’impegno Civile – Regione Sicilia, selezionato al Torino Fringe Festival 2019

Sono passati 30 anni da quel maledetto 19 luglio, giorno della strage. Con lo spettacolo si vuole raccontare la vita del magistrato Borsellino attraverso la descrizione dell’uomo Paolo, un uomo tutto d’un pezzo, un uomo che non accetta compromessi, un uomo dal forte rigore morale, un uomo semplice diventato eroe, il cui lavoro però non è ancora finito. Dopo la morte dell’amico e collega Giovanni Falcone, il coraggio è ciò che spinge, nonostante la paura, il giudice Paolo Borsellino a compiere fino in fondo il proprio dovere. Di magistrato e di uomo, perché pubblico e privato si contaminano sempre nella sua vita: i pensieri del giudice si rispecchiano in quelli dell’uomo e viceversa.
È una storia di parole, fatti, speranze, delusioni, numeri.

Numeri che raccontano i kg di tritolo. Numeri che raccontano i mafiosi condannati. Numeri che raccontano gli amici persi. Numeri che sono grandi o piccoli, ma sempre importanti. E’ una storia fatta di parole e suoni, musiche e immagini. Per continuare a lottare.

Organizzazione: Bonawentura.

Super green pass e mascherina FFP2 obbligatori. E’ consigliata la prenotazione a biglietteria@miela.it o telefonando c/o biglietteria del teatro (tel. 0403477672) tutti i giorni dalle 17.00 alle 19.00. Per tutte le info: www.miela.it

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