Premio Cavallini a Pupi Avati, Franco Cordelli, Erminia Dell’Oro e Laura Pariani

Pordenone – Lo scorso venerdì 18 ottobre nella saletta incontri del convento di San Francesco a Pordenone è stata presentata l’edizione 2019 del Premio Cavallini, istituito da Vittorio Sgarbi nel 1996 a Barcis e giunto alla XXIII edizione. La cerimonia di consegna del premio è in programma venerdì 25 ottobre alle 17.30 al Convento di San Francesco a Pordenone.

Sono quattro i riconoscimenti che saranno assegnati in questa edizione articolati su varie sezioni:

– Premio alla carriera, a Pupi Avati

– Premio per la saggistica, a Franco Cordelli
– Premio speciale, a Erminia Dell’Oro
– Premio per la narrativa, a Laura Pariani

I nomi dei premiati sono stati resi noti nel corso della conferenza stampa alla quale erano presenti il Presidente del Comitato organizzatore del premio, Maurizio Salvador e Valentina Gasparet, l’assessore alla Cultura del Comune di Pordenone, Pietro Tropeano e il Sindaco di Barcis, Claudio Traina.

A consegnare il Premio il 25 ottobre, promosso con il patrocinio della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, dei Comuni di Pordenone e di Barcis e della Pro Barcis, sarà Vittorio Sgarbi, che lo istituì nel 1996 a Barcis, comune di cui è cittadino onorario.

A Barcis nacque l’idea di istituire il premio, consegnato per alcuni anni nella località turistica della Valcellina e dal 2003 a Pordenone. “Il Premio Cavallini è un derivato del Premio Giuseppe Malattia della Vallata – ha scritto Vittorio Sgarbi – con Gaio Fratini, primo premiato, a cui sono seguiti in oltre 20 anni importanti esponenti del mondo della cultura contemporanea nei vari campi del sapere (dalla letteratura alla ricerca scientifica, dalla musica al teatro) tra i più conosciuti in Italia e in Europa”.

La serata sarà coordinata da Maurizio Salvador, che nel 1996 da sindaco di Barcis accolse con entusiasmo l’idea del premio, e da Valentina Gasparet, e vedrà la presenza, come per gli anni scorsi, di Vittorio Sgarbi ed Elisabetta Sgarbi, che consegneranno e leggeranno le motivazioni dei premi.

L’intitolazione del Premio

Ha scritto Vittorio Sgarbi del premio: “Il Premio Cavallini da 2017 non è più Premio Bruno Cavallini, ma semplicemente Premio Cavallini, per includere lo zio Bruno, la zia Romana e mia madre Rina – tre spiriti artistici, ciascuno a suo modo. Mio zio Bruno, oltre che un ‘legame di sangue’, ha soprattutto con me un collegamento di idee e di pensieri. Con una vitalità assolutamente inesausta (che mi è sicuramente passata per via di testa e non per via di sangue) che era poi quella ammirata, in lui, dai suoi amici, nei momenti in cui pacatamente conversava, metteva insieme la storia civile e quella letteraria, identificava i riferimenti a Foscolo, a Carducci, a Dante, a Benedetto Croce con una straordinaria capacità, affascinando molti che ancora lo ricordano. Mio zio ha molto parlato e detto, e quasi nulla ha scritto. Era un ‘atleta’ delle lezioni private, consentendosi in tal modo di triplicare lo stipendio. Si arrabbiava su qualunque cosa non corrispondesse alla sua idea lucida e limpida del mondo e, dove l’argomento meritasse, non sentiva stanchezza. Quel riottoso zio, coltissimo, sofisticato e sottile, quasi un Bobi Bazlen che quasi nulla scriveva, era totalmente estraneo a ogni forma di potere culturale, e l’unico potere che poteva rappresentare era quello della sua intelligenza, della sua passione, delle sue idee.”

Elisabetta Sgarbi a proposito della madre, Rina, e della zia, Romana: “Mio zio Bruno è sempre stato il modello di mio fratello. Io mi sono riconosciuta più spesso nella postura della zia Romana. Silenziosa e bellicosa mia zia, e anche io. Più appartata di suo fratello e sua sorella, ma altrettanto tumultuosa interiormente, e altrettanto affidata alla poesia. Poco dopo la sua scomparsa, ho voluto pubblicare dei suoi testi, perché ne erano lo specchio, e davano pienezza ai suoi silenzi. Con gli anni, e soprattutto ora che abbiamo un rapporto diverso, mi sono invece sempre più riconosciuta nella Rina. Mi sembra ora di pensarla sempre come lei, con la stessa passione e la stessa intransigenza, la stessa violenza fatta di amore per le cose e le persone. Mi fa sempre uno strano effetto pensare a loro in relazione a un premio, perché i premi sono statici e loro – tutti e tre, Bruno, Rina e Romana – erano quanto pochi altri mobili. Ma è vero che i premi sfidano e vincono il tempo, restano. Come loro tre, ne sono convinta.”

Note sui premiati

PUPI AVATI
Premio alla carriera a Pupi Avati, per i ritratti dell’Italia e dell’umanità tutta che ha saputo darci con i suoi film, restituendoci sensazioni che nessuna nostalgia saprebbe dire, personaggi che nessun ricordo personale saprebbe ritrovare, emozioni che solo la poesia ha saputo dire.

FRANCO CORDELLI
Premio per la saggistica a Franco Cordelli, per aver sperimentato e “forzato” i confini dei generi, tra finzione e non, poesia e prosa, memorialistica e saggistica, sempre ai limiti del romanzesco, con una voce che sa indagare anche quando inventa, e sa affabulare anche quando spiega.

ERMINIA DELL’ORO
Premio speciale a Erminia Dell’Oro (nella foto), che con la sua scrittura ha saputo raccontare la quotidianità italiana in Eritrea, restituendoci non solo un pezzo della nostra storia, non sempre nobile, ma anche tutta la bellezza di una terra la cui percezione e il cui destino sentiamo oggi troppo lontani da noi.

LAURA PARIANI
Premio per la narrativa a Laura Pariani, per la sua capacità di creare, con varie forme di scrittura narrativa (dalla letteratura al fumetto) e impasti linguistici sempre nuovi, storie di impegno civile che vanno oltre l’etichetta  del femminismo, della militanza, del romanzo storico, e che sempre hanno la forza della contemporaneità.

Le scorse edizioni

Il premio è stato assegnato: nel 1997 a Gaio Fratini, nel 1998 alla Rivista Panta, nel 1999 a Younis Tawfik con premio speciale a Egi Volterrani, nel 2000 a Franco Loi, nel 2001 a Alain Elkann, nel 2002 a Franco Marcoaldi, nel 2003 a Gian Antonio Cibotto, nel 2004 a Edoardo Nesi, nel 2005 a Diego Marani, nel 2006 a Pino Roveredo, nel 2007, anno in cui il premio si è sdoppiato, a Alexandre Jardin e Giovanni Reale, nel 2008 a Lucio Dalla, Marco Alemanno e Matteo Collura, nel 2009, a Mauro Corona e Pierluigi Panza, nel 2010 a Claudio Magris e Folco Quilici, nel 2011 a Roberto Vecchioni e Alessandro Spina, nel 2012 alla cantante Alice e allo scrittore Maurizio Di Giovanni, nel 2013 a Pierluigi Cappello, Eleonora Cavallini, Tommaso Cerno con premio speciale a Boris Pahor, nel 2014 a Nuccio Ordine con premio speciale a Raffaele La Capria, nel 2015 a Jean-Louis Georgelin, Marc Fumaroli e Ramin Bahrami nel 2016 a Oscar Farinetti, Paolo Portoghesi e Giuseppe Sgarbi nel 2017 a Luciano Canfora, Furio Colombo, Gilles Pécout, Umberto Piersanti e Italo Zannier e, lo scorso anno a Michele Ainis, Ermanno Cavazzoni, Piera Degli Esposti, Morgan e Sergio Claudio Perroni.

Tutte le informazioni sul Premio si possono trovare sul sito www.premiobrunocavallini.it

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