Ricerca IRES FVG sul settore dei servizi: cresce l’occupazione ma gravano incertezze sul futuro

Udine – Tiene l’occupazione, ma l’incertezza economica mette in difficoltà una famiglia su tre, per quanto non manchino le intenzioni di investimento, soprattutto sulla casa e sulle automobili. In Friuli Venezia Giulia la grande distribuzione organizzata ha numeri sempre alti, ma in calo, mentre crescono gli acquisti online.

È la sintesi delle indagini sul mondo del lavoro di Format Research e Ires Fvg presentate nella sede della Confcommercio di Udine nel corso di un incontro con la stampa promosso dall’Ente Bilaterale del Terziario del Friuli Venezia Giulia.

A intervenire il presidente dell’Ebiter Mauro Agricola, il vice Fabio Pillon, il direttore scientifico di Format Research Pierluigi Ascani e il ricercatore dell’Ires Fvg Alessandro Russo.

Buone le notizie sull’occupazione del settore terziario del Friuli Venezia Giulia, in leggero miglioramento rispetto ai mesi precedenti. L’indicatore congiunturale è pari a 52 punti (a settembre era 51). Per il prossimo semestre il 79% delle imprese del terziario Fvg prevede un quadro occupazionale stazionario.

Sono quasi il 15% le imprese che pensano di aumentare il numero di addetti in vista della stagione estiva.

Famiglie e preoccupazioni economiche

Si continua a registrare la difficoltà delle famiglie con riferimento alla situazione economica: il 36,1% ritiene che la situazione economica della propria famiglia sia peggiorata rispetto al passato, nonostante i timidi segnali di miglioramento dell’indicatore congiunturale. La situazione è destinata a migliorare ulteriormente nei prossimi sei mesi, sempre con riferimento alla condizione economica della propria famiglia. Si riduce l’area del disagio sociale delle famiglie del Fvg: era pari al 27,5% nel corso del 2022, oggi è pari al 18,0% delle famiglie.

Più nel dettaglio, una famiglia su dieci circa teme difficoltà nella restituzione di un finanziamento in atto e di avere molte difficoltà a pagare le bollette mentre il 50% circa non teme alcuna difficoltà in tal senso. Il 17,3% teme di avere difficoltà nel sostenere famigliari a carico mentre il 39,5% sostiene che non avrà difficoltà, il 12,7% avranno difficoltà ad affrontare le spese sanitarie, ma il 50,7% non avrà problemi in tal senso.

L’11,6% pagherà il materiale scolastico con molta difficoltà e il 6,7% incontrerà difficoltà nell’acquisto di generi alimentari. Più di un lavoratore su due ritiene di poter affrontare queste spese senza difficoltà. Le spese che le famiglie temono di aver maggiori difficoltà ad affrontare sono sostenere una persona a carico (17,3%), sostenere le spese mediche/sanitarie (12,7%) e acquistare testi scolastici e materiale didattico (11,6%).

Nei prossimi sei mesi il 45% acquisterà meno o un po’ meno elettrodomestici e mobilio, mentre il 9% si limiterà a spendere un po’ meno rispetto ai sei mesi precedenti. Il 16,8% delle famiglie prevede nei prossimi sei mesi di acquistare una abitazione o di iniziarne la costruzione. Il 19,5% delle famiglie del Fvg nei prossimi sei mesi prevede l’acquisto di un’autovettura. Il 29,9% delle famiglie del Fvg prevede nei prossimi sei mesi di investire nella manutenzione o nel miglioramento dell’abitazione.

Otto famiglie su dieci certamente non acquisteranno una nuova abitazione, l’80,4% non è intenzionata ad acquistare un’automobile nuova e (nonostante gli incentivi pubblici) oltre il 70% non ha intenzione di ristrutturare casa.

Difficoltà nella ricerca di personale

Negli ultimi due anni il 46,4% delle imprese del terziario hanno effettuato azioni di ricerca di nuovo personale per la propria attività. Per il 2023 il 28,3% delle imprese ha in programma di effettuare azioni di ricerca di nuovo personale. Più di un’impresa su due ha ricercato nuovo personale oppure ha intenzione di cercarlo per la necessità di sostituire personale che ha perso nell’ultimo periodo.

Il 34,4% delle imprese invece cerca nuovo personale perché è cresciuta come attività. Il 41,5% delle imprese che ha intrapreso o ha intenzione di intraprendere la ricerca di nuovo personale ha incontrato molte difficoltà nell’impresa, il 33,1% sostiene di aver incontrato abbastanza difficoltà e il restante 25,4% invece avrebbe incontrato poche o nessuna difficoltà.

Delle imprese che hanno intrapreso la ricerca di nuovo personale, il 30,4% ha identificato e assunto tutte le risorse di cui aveva bisogno, mentre il 18,9% non è riuscita ad assumere nemmeno una risorsa. Il 52,3% delle imprese che non è riuscita ad integrare tutte le risorse di cui aveva bisogno ha sofferto un impatto abbastanza o molto significativo sui propri ricavi, il 47,7% invece ha subito un impatto sui ricavi poco o per nulla significativo.

Per il 77% delle imprese la principale motivazione per cui l’impresa sta riscontrando delle difficoltà nel reperire nuovo personale sarebbe la scarsità di personale con le competenze, abilità o esperienze ricercate. Nel 30,3% dei casi le mansioni proposte vengono ritenute poco attrattive.

Le persone cercano occupazione di qualità

Negli ultimi sei mesi il 29,9% dei lavoratori ha cercato un lavoro o un nuovo lavoro, di questi il 12,7% ha trovato un lavoro, il 4,6% ha trovato un nuovo lavoro, il 5,7% non ha trovato un lavoro e il 6,9% non ha trovato un nuovo lavoro. Il 32,2% dei lavoratori cercherà un lavoro nei prossimi sei mesi, il 14,1% perché non lo ha ancora trovato e spera di farlo e il 18,1% nonostante abbia trovato un lavoro continuerà a cercarne un altro. Il 51,8% ha un lavoro e non lo cercherà, mentre il 16% non lo cercherà nonostante non lo abbia trovato.

Negli ultimi sei mesi il 23,4% dei lavoratori del terziario del Fvg si è trovato nella situazione di rifiutare un’offerta di lavoro. Le principali motivazioni per il quale sono state rifiutate le offerte di lavoro sono la retribuzione ritenuta insufficiente (28,2%), il lavoro non era in linea con le abilità e le competenze del lavoratore (27,8%) e la lontananza del posto di lavoro (26,1%).

Il 19,1% dei lavoratori si dichiara molto soddisfatto del suo attuale lavoro, il 42,1% si dice abbastanza soddisfatto e il 38,8% invece non è soddisfatto del suo attuale lavoro. I principali driver di soddisfazione sono la stabilità del posto di lavoro (48,4%), l’autonomia concessa durante lo svolgimento dell’attività lavorativa (45,1%), la disponibilità di tempo libero e orari flessibili (44,8%) e il buon rapporto con i colleghi di lavoro (41,7%).

Primo tra tutti i principali motivi di insoddisfazione è il trattamento economico non adeguato al 55,9% dei lavoratori, seguito dalla scarsa possibilità di fare carriera al 34,5%, la scarsa stabilità del lavoro (22,9%) e la scarsa disponibilità di tempo libero e orari rigidi (20,9%). Il 51,2% dei lavoratori afferma che lavorare è un suo desiderio oltre che una necessità, 29,5% dal lavoro cerca solo il sostentamento economico, il 23% cerca autorealizzazione, il 22,4% ha ben chiaro il tipo di lavoro che vorrebbe fare e soltanto l’1,3% non lavora perché non ne sente il bisogno.

Le assunzioni nel terziario

Nel trimestre giugno-agosto 2023 sono previste 28.500 assunzioni a livello regionale, di cui il 68% nei servizi (19.360). Il dato relativo al terziario è superiore alle stime formulate dalle imprese nello stesso periodo dello scorso anno (da 19.030 a 19.360, +1,7%). A giugno gran parte delle assunzioni (4.020) verranno effettuate nelle attività turistiche e commerciali. Le figure maggiormente ricercate sono: gli esercenti e addetti nelle attività di ristorazione (2.250 entrate previste) e gli addetti alle vendite (850).

Occupazione e redditi

Nel 2021 il settore dei servizi in regione aveva già quasi completamente recuperato i livelli di occupazione pre-pandemia; il 2022 ha segnato una nuova variazione positiva del numero di lavoratori impiegati. Anche i redditi medi nel 2021 erano quasi tornati ai valori del 2019. Tra i comparti maggiormente rappresentativi si può evidenziare l’imponibile previdenziale medio più elevato nelle attività di produzione di software e consulenza informatica (31.611 euro); all’opposto nella ristorazione non si raggiungono i 9.000 euro all’anno.

Si è interrotta la dinamica espansiva della grande distribuzione organizzata

Negli ultimi anni in Friuli Venezia Giulia si è interrotta una lunga fase di crescita della grande distribuzione organizzata; il periodo 2020-2022 ha infatti registrato una flessione delle superfici di vendita (-1,2%). La nostra regione rimane comunque al vertice in Italia per rapporto tra superfici di vendita e popolazione residente.

Dopo la Valle d’Aosta, al primo posto con 914 mq ogni mille abitanti, si trova infatti il Fvg con 781 mq, mentre la media italiana è pari a 436. Le province di Gorizia (con 913 mq per 1.000 abitanti) e Udine (903) risultano al secondo e terzo posto dopo quella di Aosta. Pordenone è decima (con 680 mq), mentre Trieste (con 562 mq) si colloca molto più in basso nella graduatoria.

A fronte di un’incidenza complessiva delle superfici di vendita regionali pari al 3,6% sul totale nazionale, le Grandi Superfici Specializzate pesano per quasi il 6% (oltre 336.000 mq su quasi 5,8 milioni). L’ambito di specializzazione più significativo è quello del tessile/abbigliamento/pellicceria (circa 112.000 mq, pari all’11,9% del totale italiano).

Quasi il 60% dei cittadini del Fvg fa acquisti online

Un fenomeno in sensibile crescita negli ultimi anni è quello dell’e-commerce, che ha profondamente mutato le abitudini dei consumatori e che ha mostrato un’accelerazione durante la pandemia. La percentuale di persone (tra 16 e 74 anni) che hanno acquistato beni e servizi online in Fvg è tra le più alte in Italia: nel 2022 si è attestata al 57%, contro il 49% nazionale e al 68% dell’UE. Nel decennio 2012-2022 è decisamente aumentata anche la quota di imprese (con almeno 10 addetti, escluso il settore finanziario e assicurativo) che vendono beni e servizi online. In regione è più che triplicata (dal 5% al 19%), in linea con l’andamento nazionale.

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