Rotta balcanica ed emergenza migranti a Trieste, presentati i dati dei primi 6 mesi del 2023

Trieste – Nella mattinata di giovedì 24 agosto il Consorzio Italiano di Solidarietà (ICS) assieme ad altre realtà cittadine che si occupano di accoglienza ai migranti, nella sua sede di Trieste, ha presentato l’aggiornamento del report “Vite abbandonate”, comprendente i dati da gennaio a luglio 2023.

Sulla situazione dei migranti in città “si sta delineando una catastrofe umanitaria volutamente costruita a tavolino, con una irresponsabilità pubblica che non ho mai visto nella mia vita – ha detto Gianfranco Schiavone, presidente di ICS, nel corso dell’incontro. – Da fine maggio lo Stato non ha più fatto trasferimenti da Trieste verso il resto del territorio nazionale. Sono 500 le persone abbandonate, con aumento di minori non accompagnati, famiglie, casi vulnerabili, malati”.

I dati del Report

Tra gennaio e luglio 2023, durante le attività di monitoraggio svolte nell’area di Piazza Libertà e del Centro Diurno, mediatori e operatori delle organizzazioni ICS, Comunità di San Martino al Campo, Donk, Diaconia Valdese, Rescue e Linea d’Ombra, hanno incontrato 7890 persone provenienti dalla Rotta Balcanica.

Un confronto con i dati pubblicati nel Report 2022 “Vite abbandonate”, indica che il totale nello stesso periodo considerato era stato di 3191. Una media di arrivi nel 2023 di 37 al giorno contro i 15 dell’anno precedente.

Il 91,8% sono uomini, circa il 4% donne (sole, sole con figli o in famiglia) e il 4% bambini. I nuclei famigliari sono stati 120. Il 16% delle persone che attraversano la Rotta Balcanica che coinvolge Trieste è composta da minori stranieri non accompagnati, categoria di altissima vulnerabilità, in forte aumento rispetto l’anno precedente (11%).

Nel solo mese di luglio sono arrivate 2277 persone, il numero delle famiglie incontrate sono state 55 (su un totale 2023 di 120) e i minori stranieri non accompagnati addirittura il 21,5% del totale del mese. 270 persone (11,8% del mese) hanno dichiarato di voler fare domanda di asilo a Trieste, che sono andate ad aumentare le fila di chi già era sul territorio nei due mesi precedenti in attesa di entrare in accoglienza.

Lo stato dell’accoglienza a Trieste

Nel mese di luglio – ricorda l’ICS – è stato chiuso il progetto Emergenza Freddo del Comune, riducendo significativamente i posti in accoglienza a rotazione nei dormitori di bassa soglia della Comunità di San Martino e Caritas, fondamentali per venire incontro alle situazioni di emergenza e vulnerabilità che spesso le organizzazioni si trovano a dover affrontare quotidianamente, costringendo alla strada moltissime persone in stato di necessità.

L’Hotel Alabarda, che accoglie donne sole e famiglie, nelle ultime settimane si è trovato senza disponibilità di posti letto, generando un’emergenza che ancora perdura e rendendo impossibile l’accoglienza di questi casi fragili.

A ciò si è aggiunta la decisione della Prefettura di ridurre la capienza di uno dei centri di prima accoglienza, l’Ostello scout di Prosecco (con la conseguente chiusura di un’intera camerata), passata a 75 richiedenti asilo rispetto ai precedenti 95, che ha quindi costretto a limitare le accoglienze successive alle partenze.

Le organizzazioni hanno sottolineato che nel corso del 2023 non è stato dato avvio ai lavori presso l’Ostello per la creazione di una nuova fognatura con l’installazione di moduli abitativi ma neppure vi sono state collocate in via provvisoria delle tende con relativi servizi igienici chimici.

Tale scelta – a parere di ICS – avrebbe potuto assicurare il raggiungimento di almeno 200 posti complessivi nella struttura, alleggerendo parzialmente la gravissima situazione di abbandono in strada dei richiedenti asilo.

L’esplosione nel 2022 del fenomeno delle persone richiedenti asilo abbandonate in strada, ha raggiunto nei mesi estivi del 2023 dei numeri  elevati: al 22 agosto sono più di 494 i richiedenti asilo costretti a vivere per strada, con una permanenza all’addiaccio che arriva a più di 3 mesi per almeno 74 persone, prima di poter accedere al sistema di prima accoglienza previsto dalla legge.

Ricollocazione bloccata

Il rallentamento delle procedure di trasferimento e ricollocazione dei richiedenti asilo in altre regioni italiane a cui abbiamo assistito nel 2022 è continuato anche nei primi mesi del 2023, con eccezione dei mesi di febbraio e marzo, ed è andato peggiorando fino ad arrivare ad un blocco quasi totale nei mesi estivi.

A marzo si era notevolmente abbassato il numero di persone in strada e ridotti i tempi medi di attesa per l’ingresso nelle strutture di prima accoglienza. Ora invece – rende noto ICS – si è tornati in una situazione di forte emergenza, chiaramente – secondo le organizzazioni – creata artificialmente. Ciò si verifica non tanto per l’aumento dei flussi di arrivo, che hanno visto solo un piccolo incremento rispetto ai mesi precedenti, quanto invece per il blocco dei trasferimenti.

Di fronte al numero sempre più elevato di richiedenti asilo che si trovano in strada e al blocco dei trasferimenti – riferisce ICS – nessuna misura di emergenza è stata adottata dalla Prefettura – Ufficio territoriale del Governo per mitigare la situazione.

Le azioni di ICS e delle altre organizzazioni

Di fronte a questo scenario le organizzazioni della società civile impegnate a Trieste ribadiscono che continueranno ad offrire in forma volontaria supporto alle centinaia di persone abbandonate a loro stesse.

Allo stesso tempo monitorano in maniera indipendente gli sviluppi e rendono la Prefettura edotta della situazione in cui versano i richiedenti asilo privi di accoglienza, comunicando in maniera più circostanziata possibile il loro numero, i tempi di attesa e le situazioni più vulnerabili.

Questo lavoro è stato svolto anche per mezzo di 10 segnalazioni formali inviate alla Prefettura – Ufficio Territoriale del Governo di Trieste dal Consorzio Italiano di Solidarietà (ICS) tra gennaio e agosto 2023 via PEC; segnalazioni rimaste, purtroppo, senza risposta.

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