Stoccavano rifiuti in FVG per spedirli in Africa: un arresto, 23 persone indagate, maxi sequestro

Udine – Un traffico illegale internazionale di rifiuti destinati allo smaltimento in Camerun e Ghana è stato scoperto dalla Polizia di Udine attraverso una lunga e complessa indagine, iniziata nel 2019. Chiusi due depositi abusivi di rifiuti, sequestrate 120 tonnellate di pneumatici fuori uso e 200 batterie esauste. Arrestato un cittadino camerunense, indagate 23 persone. L’epilogo nella giornata di sabato 12 giugno, quando la Polizia Stradale di Udine, con l’ausilio degli agenti del Compartimento Polizia Stradale per il FVG e delle Sezioni di Gorizia e Pordenone, ha dato esecuzione nel territorio provinciale a una serie di decreti di perquisizione nell’ambito dell’operazione di Polizia Giudiziaria coordinata dal dott. Federico Frezza, Sost. Procuratore della Repubblica presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Trieste, finalizzata al contrasto del traffico illecito di rifiuti.

La complessa attività ha visto indagati per tale reato 23 cittadini di cui 14 ghanesi, 4 camerunensi, 2 ivoriani, 2 nigeriani e 1 italiano, tutti residenti in provincia di Udine, tranne due (residenti a Gorizia e Firenze) uno dei quali (Joseph Ngaje Mbuia, camerunense del 1974 residente a Majano (Ud) è stato sorpreso nella flagranza del reato dagli agenti della Stradale e per questo tratto in arresto.

L’esecuzione delle perquisizioni ha portato alla chiusura di 2 ingenti depositi abusivi di rifiuti, il primo dei quali ubicato a Udine in via Emilia ed il secondo a Pradamano (Ud) in via Cussignacco, contenenti svariate tonnellate di pneumatici da smaltire e centinaia di batterie esauste.

Sono stati posti sotto sequestro oltre 1.100 metri cubi di pneumatici fuori uso da smaltire, nella maggior parte dei casi incastrati uno dentro l’altro, verosimilmente consistenti in un numero compreso tra le 20.000 e le 25.000 gomme aventi un peso approssimativo compreso tra le 100 e le 120 tonnellate, nonché oltre 200 batterie esauste per veicoli.

L’attività di indagine era partita nel 2019 da una brillante intuizione investigativa degli agenti dell’Unità di Polizia Giudiziaria della Sottosezione Autostradale di Amaro che avevano notato un numero anomalo di piccoli e medi furgoni che trasportavano pneumatici vecchi. Insospettiti dai numeri del fenomeno, gli agenti hanno seguito alcuni mezzi ed hanno individuato il sito di via Emilia come punto di arrivo di molti dei veicoli pedinati. A questo punto è stata coinvolta la Squadra di Polizia Giudiziaria che, constatata l’entità del fenomeno e che lo stesso era riferito a pneumatici che avevano perso le caratteristiche per essere commercializzati e pertanto risultavano con certezza pneumatici fuori uso (PFU) e per questo rifiuti, ha coinvolto anche il personale dell’Unità di Polizia Giudiziaria della Sottosezione di Palmanova per avviare un’articolata attività di indagine per l’ipotesi di reato prevista dall’art. 452 quaterdecies C.P. (“Attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti”).

Quest’ultima norma penale, introdotta nel 2018 a tutela sia dell’ambiente che dell’ordine pubblico, ha la finalità di punire più severamente, con scopo deterrente, le condotte di gestione abusiva dei rifiuti, a prescindere che essa sia posta in essere in forma associativa o meno abbracciando tutta una serie di condotte di gestione illecita dei rifiuti, purché venga raggiunta la soglia della “ingente quantità” a prescindere da un effettivo danno all’ambiente.

Il contrasto al traffico di rifiuti è di competenza della Direzione Distrettuale Antimafia che, per questo, da subito ha assunto il coordinamento delle attività di indagine nella persona del dott. Federico Frezza, Sostituto Procuratore Distrettuale.

Le attività di Polizia Giudiziaria, in grande prevalenza effettuate in forma tradizionale, con servizi di appostamento e pedinamento e con l’osservazione diretta e documentata dei fenomeni delittuosi in atto, hanno evidenziato da subito la reale dimensione del fenomeno che ha visto decine di persone coinvolte nel recupero, prevalentemente in modalità illecite tramite furti ed appropriazioni indebite, di pneumatici che venivano stoccati nei siti oggetto di perquisizione non prima però di aver reso definitivamente inservibili gli pneumatici mediante la procedura manuale di inserimento di più pneumatici all’interno di uno di questi.

Questa procedura serviva alla riduzione dell’ingombro delle gomme per poter essere stoccate in maggior numero e in un secondo momento caricate su container che poi partivano alla volta delle autostrade friulane (A23 ed A4).

I mezzi pesanti che naturalmente circolavano in violazione totale della normativa sul trasporto dei rifiuti, raggiungevano i porti di Genova, Gioia Tauro e Trieste dove i container ivi trasportati, secondo la disciplina del trasporto intermodale, venivano caricati su navi cargo dirette verso porti Africani (Camerun e Ghana prevalentemente).

Proprio la disciplina del trasporto intermodale, tipica materia di competenza della Polizia Stradale, ha consentito da subito di stabilire la destinazione finale dei container che venivano caricati nei siti di stoccaggio e dunque il profilo internazionale dell’attività delittuosa finalizzata alla rivendita nei paesi di destinazione del rifiuto dove questo, per pacifica ammissione degli stessi indagati, viene smaltito in violazione di qualsivoglia misura di tutela ambientale.
Nel corso delle attività di indagine protrattesi per molti mesi, la Polizia Giudiziaria della Stradale di Udine, sempre sotto la guida del Sostituto Procuratore distrettuale, è riuscita a fermare e sequestrare presso i porti di partenza numerosi container contenenti altre decine tonnellate di PFU che si aggiungono alle oltre 100 tonnellate sequestrate a Udine e comprovanti un giro d’affari di straordinaria ampiezza.

Per questo motivo le indagini della Polizia Stradale di Udine coordinata dalla Procura Distrettuale di Trieste proseguiranno per stabilire i collegamenti degli indagati con altri soggetti e la presenza di eventuali altri siti di gestione illecita dei rifiuti.

Messaggi di encomio

Il Procuratore Distrettuale della Repubblica di Trieste dott. Antonio De Nicolo, che ha seguito tutta l’attività di indagine, ha voluto inviare il messaggio che segue: “La brillante operazione eseguita dalla Polizia Stradale di Udine con il coordinamento del dott. Federico Frezza, Sostituto Procuratore Distrettuale, dimostra l’interesse e l’attenzione che la Direzione Distrettuale Antimafia ha per la tutela dell’intero territorio regionale e per la repressione di tutti i fenomeni che riguardano il traffico illecito di rifiuti. L’ottima sinergia tra Procura Distrettuale e Polizia Giudiziaria territoriale sta a dimostrare che, anche se la direzione delle operazioni non è collocata nel territorio dove sono avvenute le attività di Polizia Giudiziaria, si conseguono comunque risultati operativi molto significativi. Ciò dimostra la bontà dell’intuizione che fu di Giovanni Falcone di concentrare nelle 26 Procure dei capoluoghi di Distretto le attività di indagine aventi ad oggetto le forme di criminalità più insidiose perché meglio organizzate”.

Anche il Dirigente del Compartimento Polizia Stradale per il Friuli Venezia Giulia, Dirigente Superiore dott. Giuseppe Maggese si è unito al plauso del Procuratore affermando che “La pregevole attività di indagine della Sezione di Udine coordinata dalla Procura Distrettuale di Trieste dimostra ancora una volta la validità della sinergia operativa tra Polizia Stradale e Procura Distrettuale e conferma l’impegno nella prevenzione e nella repressione degli illeciti nella complessa materia del trasporto anche internazionale delle merci e dei rifiuti, tipiche ed irrinunciabili espressioni della professionalità della Polizia Stradale quale Specialità della Polizia di Stato”.

 

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