Tutela del lago di Cavazzo, a che punto siamo? L’appello dei cittadini rivieraschi
Trieste – Nel corso delle discussioni sull’assestamento estivo di bilancio della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, è tornata alla ribalta la questione della tutela del lago di Cavazzo o dei Tre Comuni.
Come molte aree montane e pedemontane della nostra regione, il lago risente dello sfruttamento delle acque ai fini idroelettrici.
Se da una parte la Regione assieme alle popolazioni interessate dallo sfruttamento idroelettrico ha recentemente ottenuto una importante vittoria con il nuovo regime dei canoni che ha introdotto l’obbligo del loro riparto a Comuni e Comunità di montagna interessati dalle derivazioni, dall’altra sussistono e peggiorano i danni ambientali causati dalla presenza di opere che negli ultimi 70 anni hanno stravolto il territorio.
Nei giorni scorsi i consiglieri regionali Furio Honsell (Open Sinistra FVG) e Serena Pellegrino (Alleanza Verdi e Sinistra) si sono fatti portavoce del grido di allarme lanciato dai Comitati Salviamo il Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni.
In sintesi
La questione della tutela del Lago di Cavazzo è tornata al centro del dibattito regionale, evidenziando le tensioni tra la necessità di proteggere l’ambiente e gli interessi economici legati allo sfruttamento idroelettrico.
I Comitati locali, sostenuti dai consiglieri Furio Honsell e Serena Pellegrino, denunciano i gravi danni ambientali causati dalle attività della centrale idroelettrica di Somplago e chiedono la realizzazione di un bypass per ripristinare l’equilibrio ecologico del lago.
La Regione, tuttavia, sembra riluttante ad agire, preferendo rinvii e studi preliminari, suscitando critiche per la mancanza di azioni concrete e per l’apertura alla possibilità di sfruttamento ulteriore delle acque lacustri ai fini di irrigazione da parte del Consorzio di Bonifica della Pianura Friulana.
Inquadramento geografico del lago dei Tre Comuni o di Cavazzo
Il Lago dei Tre Comuni o di Cavazzo si trova in Carnia, nel territorio dei comuni di Cavazzo Carnico, Bordano e Trasaghis. Si tratta di uno dei principali laghi della regione.
Di origine glaciale, sorge a 195 m s.l.m., più in basso del fiume Tagliamento che scorre circa 3 km a est; lungo 2 250 m, largo da 400 a 800, ha una profondità massima di 40 m circa, 12 m di media, la superficie è di 1,2 km² (1,74 km² prima della messa in funzione della centrale idroelettrica di Somplago) e il suo perimetro è di 7,6 km, compreso il canale emissario.
Negli inverni rigidi, degli ultimi 50 anni, non gela più alla superficie a causa della continua movimentazione del livello lacustre.
Il lago ha una forma allungata, con una strettoia verso il centro che divide il lago in due parti. La profondità massima, di circa 40 metri, si trova nella sezione centrale, subito a sud del conoide orientale. Le sponde occidentali e orientali sono ripide e seguono i pendii naturali dei rilievi circostanti, mentre i fondali a nord e sud si appiattiscono per l’accumulo di sedimenti.
A nord, vicino a Somplago, si trovano la centrale idroelettrica, un oleodotto, l’autostrada A23 e la Strada Regionale 512, che costeggia la riva orientale del lago. Qui si trova anche un’area verde pubblica attrezzata.
La sponda orientale è dominata dalle pendici boscose del Monte San Simeone, da cui scendono i torrenti Tamer e Cjanale. Più a sud, si apre la valletta di Interneppo, che ospita un giardino botanico. La Strada Regionale corre lungo questa sponda, spesso in galleria.
A sud, la sponda è caratterizzata dalle propaggini rocciose del Monte Naruvint, dove si apre la galleria emissaria del lago, che sfocia nel torrente Leale. La pianura a sud-ovest è composta da depositi di sedimenti ed è ora occupata da strutture ricettive e sportive. Qui si incrociano l’autostrada e la Strada Regionale 512.
La sponda occidentale è dominata dal Colle Ceregnons, con la bocca di scarico della centrale di Somplago e le gallerie autostradali che si immergono nella montagna. Una vecchia strada comunale collega i paesi di Somplago e Alesso, mentre più a sud l’autostrada emerge e attraversa la pianura sedimentaria che ospita insediamenti e aree naturali.
L’appello dei Comitati
Così scrivono i Comitati: “Basta violentare il lago, la sua valle, la sua gente! È il forte e accorato grido che si innalza dalla valle del lago, scende verso la pianura friulana e la percorre sino a Trieste alle sorde orecchie dei governanti regionali ché, pur di tutelare solo gli interessi del Consorzio di Bonifica della Pianura Friulana e del gestore lombardo A2A della centrale idroelettrica di Somplago, si rifiutano di ripristinare la naturalità e fruibilità del lago, come prevede il piano regionale di tutela delle acque, mediante la realizzazione di uno dei tre bypass del lago proposti dagli esperti nominati dai tre comuni rivieraschi nel gruppo di lavoro ‘Laboratorio lago’”
“Dopo la centrale, gli imponenti tralicci e gli elettrodotti percorrenti la valle, l’autostrada, l’oleodotto e la stazione di pompaggio SIOT, ora addirittura a metano, adesso impongono la condotta del Consorzio di Bonifica e un ‘convogliamento’ dello scarico della centrale sino a metà lago. L’acqua torbida ed il fango si diffonderanno nel lago: una presa in giro, come le ‘isole d’acqua’”.
In un comunicato precedente i Comitati denunciavano ancora la situazione:
“Di fronte alla prepotenza con cui la Regione, anziché sviluppare il progetto e relativo preventivo di spesa di una delle tre varianti di bypass del lago proposte dagli esperti indicati dai tre Comuni rivieraschi nel gruppo di lavoro “Laboratorio Lago”, ha invece stanziato nel disegno di legge n.23, in esame del Consiglio regionale dal 23 luglio, 2 milioni di euro per sviluppare il progetto di “mitigazione” proposto da uno studio piemontese che prevede un “convogliamento” discontinuo dello scarico della centrale che non risolve le criticità del lago e non lo rinaturalizza, come previsto dal Piano Regionale di Tutela delle Acque, e due “isole d’acqua” sulla riva sud e nord che snaturalizzano ulteriormente il lago”.
Proseguono polemicamente i Comitati:
“Ai sindaci dei Comuni rivieraschi di Bordano, Cavazzo Carnico e Trasaghis i Comitati avevano proposto che i loro Consigli Comunali approvassero una delibera da inviare alla Regione – prima che il Consiglio regionale il 23 luglio iniziasse l’esame della legge di assestamento del bilancio – con la richiesta di sviluppare il progetto e relativo preventivo di spesa di una delle tre varianti di bypass del lago proposte dagli esperti indicati proprio dai loro Comuni nel gruppo di lavoro ‘Laboratorio Lago'”.
“A tale approvazione ed invio ha provveduto solo il sindaco di Cavazzo e non quelli di Bordano e di Trasaghis, che invitiamo a spiegare perché non lo hanno fatto. Stanno con il lago o solo con sé stessi? E i Consiglieri regionali eletti nel collegio elettorale di Tolmezzo stanno con il lago o solo con se stessi?”
La nota del consigliere Furio Honsell
“Il futuro del Lago dei Tre Comuni passa per il bypass. Open Sinistra FVG critica la politica dei rinvii e esprime pieno appoggio all’ultimo appello del Comitato in difesa del Lago dei Tre Comuni, lanciato per l’ennesima volta dall’ex sindaco Franceschino Barazzutti, autentico eroe civile di questa battaglia ambientale”.
È quanto sostiene nella sua nota del 20 agosto scorso il consigliere regionale di Open Sinistra Fvg, Furio Honsell.
“Il lago, che è il più grande lago naturale del FVG, è un patrimonio da difendere. Nell’ultimo assestamento – prosegue Honsell – abbiamo promosso emendamenti per devolvere parte dello straordinario ammontare della manovra di bilancio, ad uno studio serio e coraggioso di rinaturalizzazione, che prevedesse la realizzazione del bypass. Emendamenti tutti bocciati, purtroppo”.
“La responsabilità nei confronti delle generazioni future di questa classe di politici al governo guidata da Fedriga – aggiunge l’esponente di Open – sarà molto grave se, con tutta la disponibilità economica di cui hanno beneficiato, prevedibile anche nei prossimi assestamenti autunnali, non farà nulla di coraggioso. Non si può continuare a piegarsi agli interessi di corta prospettiva delle grandi aziende dell’idroelettrico, delle multinazionali degli idrocarburi, delle aziende agricole idrovore a scapito del nostro patrimonio naturale. Nei prossimi assestamenti – conclude Honsell – faremo altri emendamenti coraggiosi per studiare la fattibilità del bypass”.
La nota della consigliera Serena Pellegrino
“Se errare è umano ma perseverare è diabolico, da oggi è evidente che l’assessore alla Difesa dell’ambiente della Regione Friuli Venezia Giulia non intende raddrizzare le storture nella gestione delle problematiche della sopravvivenza del lago di Cavazzo e cercare una soluzione in cui il perdente non sia sempre l’ambiente. Ma anzi ha deciso che il lago di Cavazzo deve ridursi ad una pozza fangosa e senza vita, che non solo non esiste un diritto della popolazione sul bene condiviso dai tre Comuni carnici rivieraschi, ma nemmeno esiste alcuna intenzione di perseguire l’interesse collettivo alla prudente e sostenibile interferenza delle attività umane con l’ambiente e alla tutela delle risorse naturali: la parola l’ecologia in questa amministrazione abilmente serve solo per garantire le diverse forme di sfruttamento economico, in questo caso acqua per la centrale e per i canali irrigui”.
Lo dichiara in una nota la consigliera regionale Serena Pellegrino, di Alleanza Verdi e Sinistra, che recentemente aveva concordato “con l’assessore Fabio Scoccimarro e la Maggioranza consiliare di riaprire la discussione sul by pass, nelle tre ipotesi delineate dagli studi svolti dal Laboratorio del Lago, e portare le risultanze in Consiglio a novembre prossimo”.
Precisa Pellegrino: “Ora, dal cappello a cilindro del prestigiatore regionale salta fuori una norma che la dice lunga sulle intenzioni della Regione sulle sorti di Cavazzo e sul by pass: Scoccimarro, invece di provvedere semplicemente ad approfondire le tre ipotesi di by pass, destina risorse per l’affidamento di servizi concernenti l’esecuzione di monitoraggi, sondaggi e studi modellistici volti ad approfondire le soluzioni tecniche per la realizzazione delle azioni di mitigazione inerenti il lago dei tre Comuni”.
“Una norma – ribadisce la consigliera – che ho chiesto di abrogare sia in nome di lealtà e coerenza con gli impegni presi, sia perché il territorio della valle aspetta dal 2018 di vedere attuato quanto scritto nel Piano regionale di tutela delle acque, e cioè che contestualmente al canale derivatorio del Consorzio bonifica friulana, sia valutata la fattibilità tecnico/economica della realizzazione di un canale di by pass”.
“Monitoraggi, sondaggi e studi modellistici messi in legge non sono esplicitamente finalizzati al by pass delle acque della centrale idroelettrica, né tantomeno a valutare il temutissimo impatto sul bacino lacustre dei prelievi previsti per usi irrigui, quei 10/15 mc/secondo per le intere giornate nei mesi estivi – evidenzia l’esponente di Centrosinistra – non sono compatibili con il mantenimento degli attuali livelli del lago, producendo tutt’altro che una naturalizzazione ma certamente un enorme danno, in particolare per il turismo, unica risorsa della valle”.
La proposta del bypass e le criticità connesse
Il Lago di Cavazzo è influenzato negativamente dalle acque provenienti dal bacino di Verzegnis, che vengono immesse nel lago con caratteristiche molto diverse da quelle naturali. In particolare, l’acqua immessa è molto più fredda, il flusso è notevolmente più rapido e abbondante, e contiene una quantità anomala di limi e materiali disciolti. Questi fattori hanno profondamente alterato l’ecosistema del lago, compromettendone l’integrità e minacciando addirittura la sua esistenza futura.
Non esistono soluzioni tecniche praticabili per modificare le caratteristiche delle acque provenienti dal bacino di Verzegnis. La temperatura, la presenza di materiali in sospensione e la quantità d’acqua sono determinate dalle condizioni del bacino e dalla necessità di produzione energetica, che non possono essere modificate.
Per ripristinare la naturalità del lago e garantirne la fruibilità anche a fini turistici, è stata proposta la costruzione di un bypass. Questo intervento devierebbe lo scarico della centrale direttamente al punto di uscita del lago, minimizzando l’impatto delle acque del Verzegnis sul corpo lacustre.
Nel corso degli anni sono state esplorate diverse soluzioni tecniche per la realizzazione del bypass, sostanzialmente riconducibili a due approcci. Il primo prevede la posa di una o più condutture sul fondo del lago, realizzate in acciaio o materiale plastico, per collegare la centrale allo scarico. Il secondo approccio propone la costruzione di una galleria, simile a quella che fu realizzata settant’anni fa per portare l’acqua alla centrale. La scelta della metodologia operativa influenzerebbe anche la localizzazione degli interventi: la posa delle tubazioni richiederebbe lavori all’interno del lago, mentre la costruzione della galleria interesserebbe le sponde rocciose dell’invaso.
Per saperne di più:
Tutela dell’ambiente, sostenibilità e gestione delle risorse naturali
Tavolo tecnico Laboratorio Lago dei Tre Comuni
Relazione sintetica di breve periodo