Il caso della minorenne aggredita in un centro commerciale da coetanei, le riflessioni
Udine – Un grave episodio di violenza giovanile è avvenuto a Martignacco (Ud) lo scorso sabato 18 gennaio. Una minorenne è stata aggredita da un gruppo di coetanei in un parcheggio nei pressi di un centro commerciale.
Secondo le evidenze delle telecamere di sorveglianza e delle testimonianze rese alle forze dell’ordine, la ragazza, che era in compagnia di un’amica, è stata accerchiata da un gruppo di circa dieci coetanei e colpita con calci e pugni, mentre altri ragazzini filmavano la scena con i cellulari.
L’aggressione è stata interrotta solo grazie all’intervento di alcuni passanti che si trovavano in zona e che hanno immediatamente soccorso la vittima, accompagnandola in un luogo sicuro. La giovane ha riportato alcune lesioni ed è stata trasportata in ospedale, dove ha ricevuto le cure necessarie.
A quanto si apprende, la minorenne aveva già ricevuto minacce sia tramite messaggi sul cellulare che sui social network. Gli atti di bullismo sarebbero scaturiti da futili motivi.
La famiglia della ragazza ha sporto denuncia ai carabinieri. I militari stanno lavorando per chiarire le dinamiche dell’accaduto e identificare i responsabili. Le indagini si stanno avvalendo di testimonianze e di materiali video che documentano l’episodio.
Le analisi delle istituzioni e dei pedagogisti
Questo fatto ha suscitato scalpore non solo a Udine, ma anche in regione, specialmente da parte di genitori ed insegnanti, e ha riportato l’attenzione sui comportamenti aggressivi giovanili. La violenza a scuola può assumere forme diverse: dal bullismo alla discriminazione, dai piccoli abusi fisici e verbali fino alle molestie e agli abusi di tipo sessuale, con conseguenze dirette sul rendimento scolastico. I dati mostrano che i minori vittime di violenza hanno tassi di abbandono più alti, tassi di frequenza più bassi e risultati scolastici peggiori.
Sull’accaduto è intervenuta anche l’Assessora alle politiche giovanili del Comune di Udine, Martina Facchini, per analizzare il fenomeno e richiamare l’attenzione sulla sua dimensione sociale.
“Quando fenomeni violenti diventano comuni anche tra adolescenti e preadolescenti, significa che il problema è sociale. La violenza tra i più giovani è un segnale preoccupante, soprattutto considerando che l’età di questi episodi si abbassa sempre di più”, ha dichiarato Facchini, sottolineando come l’ultimo rapporto ESPAD del Consiglio Nazionale delle Ricerche riporti che quattro ragazzi su dieci, tra i 15 e i 19 anni, hanno partecipato a risse, dati in crescita negli ultimi anni.
Come scrive il pedagogista e psicologo Paolo Crepet “Noi adulti abbiamo fatto molti errori… C’è stato un incremento di rabbia, contro se stessi e gli altri”. La violenza giovanile è spesso il segnale di un disagio più profondo, spesso alimentato da modelli negativi e dalla mancanza di esempi positivi da parte degli adulti. Crepet sottolinea l’importanza del contesto in cui i giovani crescono e come le esperienze negative possano tradursi in comportamenti aggressivi.
“Nella maggior parte dei casi – scrive ancora l’Assessora – si tratta di disagio, bullismo e dinamiche educative problematiche, spesso legate a bisogni inascoltati o ignorati”. L’aggressione di Martignacco, per Facchini, è un esempio di bullismo violento alimentato dalla diffusione sui social, dove atti come questi vengono trasformati in contenuti da consumare, amplificando il danno alla vittima e rendendo la violenza un fatto normale e banale.
“La violenza – spiega ancora Paolo Crepet – non è altro che il riflesso delle nostre non-passioni”, suggerendo che la mancanza di passioni e interessi significativi nella vita dei giovani può portarli a esprimere la loro frustrazione attraverso atti violenti.
Per questo Facchini ha ricordato come nell’ambito cittadino si sia investito molto nel creare centri di aggregazione per giovani, come le Officine Giovani, l’Informagiovani e il Punto Incontro Giovani nel quartiere Aurora. Questi centri offrono occasioni quotidiane di socialità e crescita, con un aumento significativo degli accessi registrati nel 2024: oltre 4500 presenze alle Officine Giovani (+50% rispetto al 2023) e 1056 partecipazioni al Punto Incontro Giovani.
Facchini ha infine evidenziato l’importanza dell’educazione affettiva, sottolineando come il movente dell’aggressione, legato a una disputa di natura relazionale, evidenzi un problema più ampio sulla percezione dei rapporti affettivi come forme di possesso.