Votate, votate, votate! Il crollo della partecipazione rischia di svilire la rappresentanza

Trieste – A pochi giorni dalle elezioni amministrative del 2 e 3 aprile, che vedranno il rinnovo del Consiglio regionale e dei Consigli di 24 comuni, l’appello più impellente ai cittadini è quello di partecipare al voto.

La crisi dell’affluenza alle urne

Le percentuali di affluenza alle urne nel corso degli anni sono diminuite in modo più o meno costante a partire dagli anni Ottanta, ma dopo il 2008 abbiamo assistito ad un vero e proprio crollo.

Alle prime elezioni regionali del Friuli Venezia Giulia, tenutesi nel 1964, l’affluenza fu pari all’88,52%. Nel 1973 fu pari all’89,67% e nel 1978 giunse al 90,55%.

Nelle amministrative del 1983 si passa all’88,65%; nel 1988 siamo all’84,26%; nel 1993 all’80,10%; nel 1998 al 64,80 %.

L’affluenza fu pari al 64,24 % nelle elezioni regionali del 2003, le prime che hanno visto l’elezione diretta del Presidente della Regione (come da legge costituzionale del 31 gennaio 2001).

Nel 2008 l’affluenza era stata pari al 72,33%; nel 2013 aveva votato il 50,48% degli elettori.

Nelle elezioni regionali del 2018 solo il 49,61% degli aventi diritto al voto si è recato alle urne.

Le ragioni dell’astensionismo

Il voto è uno dei più importanti doveri civici che gli individui possono svolgere in una società democratica. Tuttavia, le percentuali di votanti nella nostra regione hanno subito una diminuzione pari a circa il 50%.

Le ragioni dell’astensionismo dipendono da molti fattori. Un motivo banale è l’aumento della popolazione anziana, che ha difficoltà oggettive a recarsi al seggio.

Esiste poi un astensionismo dovuto alla disaffezione per la politica: i rappresentanti politici sono percepiti come lontani dalle proprie reali esigenze. Sul non voto pesa anche il disinteresse per la politica in generale.

Tanto più si amplia la fetta di cittadini che non votano, tanto più diminuisce l’attenzione della politica verso i cittadini, in una pericolosa spirale di sfiducia e indifferenza reciproca.

Le motivazioni per partecipare al voto

Di fronte a questa grave crisi della rappresentanza, invitiamo i lettori a prendere in considerazione le principali motivazioni per andare a votare.

  • Garantire la rappresentanza democratica: le elezioni offrono ai cittadini l’opportunità di eleggere i propri rappresentanti che dovranno tutelare i loro interessi e garantire che la loro opinione sia ascoltata. Partecipando alle elezioni, i cittadini hanno la possibilità di decidere chi li rappresenterà nel governo e prenderà decisioni a loro nome.
  • Influire sulle decisioni politiche: i rappresentanti eletti hanno la responsabilità di prendere decisioni che hanno un impatto sulla vita dei cittadini, tra cui le politiche relative all’assistenza sanitaria, all’istruzione e all’economia. Votando, i cittadini possono avere voce in capitolo su chi prende queste decisioni e su quali politiche vengono attuate.
  • Responsabilizzare i rappresentanti eletti: le elezioni offrono ai cittadini l’opportunità di mettere i rappresentanti eletti di fronte alla responsabilità delle loro azioni. Se i politici non riescono a rispettare il programma con cui sono stati eletti, i cittadini possono “punirli” non votandoli alle elezioni successive.
  • Tutelare i diritti: le elezioni servono anche a proteggere i diritti e le libertà della popolazione. Partecipando alle elezioni, i cittadini possono contribuire a garantire che il governo rispetti i diritti sanciti dalla Costituzione italiana e dallo Statuto regionale.
  • Rafforzare la democrazia: la partecipazione alle elezioni è una componente vitale di una democrazia viva e sana. Quando i cittadini si impegnano attivamente nel processo elettorale, contribuiscono a garantire che il governo resti responsabile, trasparente e rispondente alle loro esigenze.

In sintesi, partecipare alle elezioni è un fattore vitale dell’essere cittadini impegnati e responsabili.

È solo votando che possiamo avere un impatto reale sul futuro della nostra regione.

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