Approvato in Consiglio il disegno di legge sulla sicurezza. Muro contro muro tra maggioranza e opposizione

Trieste – Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato martedì 23 marzo il disegno di legge su Sicurezza e Polizia locale su proposta dall’assessore alla Sicurezza Pierpaolo Roberti.

Il provvedimento ha visto contrapposte maggioranza ed opposizione su posizioni che coinvolgono visioni fortemente divergenti su concetto e percezione della sicurezza pubblica.

Tant’è che le ore di dibattito sono state venti in tutto, con ben duecento interventi.

Muro contro muro

L’innovazione introdotta dal disegno di legge, secondo l’assessore Roberti, è quella di “concepire la sicurezza non più come un qualcosa di settoriale dove l’unico soggetto a esercitare una competenza esclusiva è lo Stato, ma un campo d’azione nel quale diversi protagonisti, ciascuno per la propria competenza, contribuiscono al bene collettivo.

“Penso – ha osservato Roberti – al ruolo attribuito ai volontari, alle associazioni e a un attore istituzionale importante di riferimento per i territori come la Polizia locale”.

La norma prevede nuovi istituti come l’Osservatorio regionale sulla sicurezza urbana e introduce il concetto di sicurezza partecipata con un riconoscimento esplicito delle associazioni di volontari, del controllo di vicinato e di varie forme di cittadinanza attiva.

Per l’opposizione, di contro, si tratta di una percolosa premessa al “fai da te” che darebbe una eccessiva autonomia ai cittadini sul tema della difesa. I consiglieri che hanno espresso opinione contraria temono si vada in questo modo verso l’istituzionalizzazione delle ronde con la trasformazione dei “vecchi” vigili urbani in agenti di pubblica sicurezza, e hanno espresso alla fine un voto contrario al ddl, parlando nelle repliche finali di “grilletti facili” (Tiziano Centis dei Cittadini) e di “controllo della sicurezza affidato ai cittadini volontari” (Mauro Capozzella, relatore di minoranza per il M5S).

Nel muro contro muro che ha caratterizzato l’intera discussione, è emersa anche una controversia sul coinvolgimento degli organismi consiliari. Secondo il Pd, che ha presentato emendamenti sistematici su questo argomento, la Giunta ha “svuotato il Consiglio delle sue prerogative, cancellando la previsione dei pareri delle Commissioni su ogni regolamento”, come hanno argomentato i consiglieri Franco Iacop – che era anche relatore di minoranza del provvedimento – , Roberto Cosolini e Sergio Bolzonello.

L’assessore Roberti è convinto invece che “questioni tecniche come il modello dei manganelli o delle altre dotazioni sarebbe bene lasciarle ai tecnici, non vedo perché la politica dovrebbe occuparsene”.

Ritocchi ed emendamenti al disegno di legge

La discussione del pomeriggio ha apportato alcuni ritocchi al ddl: con l’articolo 32 bis è stato introdotto un Fondo per gli oneri di difesa nei procedimenti penali a carico degli operatori di polizia locale, dotato di una copertura iniziale di 50mila euro. La novità ha suscitato dubbi di legittimità da parte del Pd – che ha scelto di non partecipare al voto – e critiche dalle altre Opposizioni.

È stato approvato anche un emendamento del relatore di minoranza Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) che introduce la collaborazione con le Università nell’ambito dei compiti della Scuola per la polizia locale, e un emendamento del consigliere Iacop che prevede la collaborazione tra il Comitato tecnico regionale per la polizia locale e la struttura regionale competente.

Via libera infine a 5 ordini del giorno collegati al ddl, concernenti corsi di legittima difesa nelle scuole (tema proposto da Emanuele Zanon di Regione Futura), l’estensione dell’esenzione del ticket in relazione agli infortuni sul lavoro per tutte le forze dell’ordine (M5S), l’attenzione ai fenomeni legati a violenza domestica e di genere (Patto Autonomia), la collaborazione con le forze di polizia d’oltreconfine (Patto) e la promozione di corsi di primo soccorso per i volontari della sicurezza (Zanon).

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