Beni confiscati alla mafia: alto numero di beni sequestrati già destinati al riuso in Fvg

Trieste – Si è svolto nel pomeriggio del 6 dicembre a Trieste, nell’aula del Consiglio regionale, il convegno “I beni confiscati alla criminalità“, organizzato dall’Osservatorio regionale antimafia e dal Consiglio regionale del FVG.

Vi hanno partecipato, tra gli altri, il procuratore capo della Procura della Repubblica di Trieste Antonio De Nicolo, il sottosegretario del Ministero dell’Interno Emanuele Prisco, il prefetto di Trieste Annunziato Vardè, il presidente del Consiglio regionale Piero Mauro Zanin, il presidente dell’Osservatorio antimafia Enrico Sbriglia, i professori Gian Paolo Dolso, Elena D’Orlando e Giuseppe Mosconi delle università di Trieste, Udine e Padova, il presidente di Anci Fvg Dorino Favot.

Dopo i saluti di Annunziato Vardè, prefetto di Trieste – che ha sottolineato l’alto numero di beni sequestrati già destinati al riuso in Fvg e nella città capoluogo – e del procuratore capo Antonio De Nicolo, che si è soffermato sulla “cronologia” giuridica che prevede sequestro e confisca prima del riutilizzo dei beni, sono intervenuti i docenti Gian Paolo Dolso (Università di Trieste), Alessia Ottavia Cozzi (Ateneo di Udine), Giuseppe Mosconi (Università di Padova) e il presidente di Anci Fvg, Dorino Favot, che ha ribadito la disponibilità dei Comuni alla piena collaborazione su queste tematiche.

L’assessore regionale alle Autonomie locali e alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti, ha concluso la prima parte del convegno.

Osservatorio regionale antimafia del FVG

Anche un manuale può servire a combattere la criminalità organizzata. È questa l’intuizione dell’Osservatorio regionale antimafia (Ora) del Fvg che oggi in aula consiliare ha presentato – nel corso del convegno di respiro nazionale sui beni confiscati alle mafie – un vademecum che ha la funzione di un libretto di istruzioni per gli amministratori locali e le associazioni.

L’obiettivo è quello di spiegare in modo semplice le procedure per il riutilizzo dei beni sequestrati alla criminalità organizzata, talmente complesse che in qualche caso rischiano di scoraggiare l’iniziativa degli interessati.

“L’iniziativa del vademecum – ha spiegato Enrico Sbriglia, presidente dell’Osservatorio – è frutto della collaborazione con le Università di Trieste, Udine e Padova e ha l’obiettivo di coinvolgere sempre di più enti locali e territorio. Il rischio della complessa normativa sul riutilizzo è infatti che i patrimoni della criminalità cadano in abbandono, se non addirittura che tornino nelle mani dei mafiosi. L’opuscolo che abbiamo realizzato permetterà invece anche ai piccoli enti locali di impiegare quei beni in modo diretto o attraverso i soggetti del terzo settore”.

“Qui in regione – ha aggiunto il presidente dell’Ora – il numero dei beni confiscati è limitato, e tale dovrà rimanere, ma l’impegno è soprattutto quello di destinarli e impiegarli nel modo migliore”.

Consiglio regionale del FVG

“Oggi i protagonisti sono i ragazzi – ha sottolineato Piero Mauro Zanin, presidente del Consiglio regionale -, quei giovani che troppo spesso in Italia si rinchiudono nel privato, ma in questo caso si sono confrontati con la dimensione pubblica su un argomento non facile, dimostrando grande serietà e impegno”.

Il riferimento è agli stagisti dell’Ora, ma anche agli studenti dell’istituto superiore Marinoni di Udine che si sono cimentati nei progetti di riutilizzo.

“Questi giovani – ha ripreso Zanin, che prima dell’inizio del convegno aveva ricevuto nel salottino del Consiglio un ospite di prestigio dell’assise, il sottosegretario all’Interno Emanuele Prisco, assieme ad alcuni dei relatori – hanno dimostrato senso etico, al quale dovranno affiancare il principio della responsabilità: questo ci dà speranza per il futuro”.

“La cosa che alle mafie fa più male – ha ricordato ancora il presidente dell’Aula – è perdere i propri beni, vedersi colpire nel portafogli. E riuscire a utilizzare quegli immobili per fini positivi è una catarsi, una sorta di legge del contrappasso”. Zanin ha ringraziato dunque l’Osservatorio, ricordando la scelta del Consiglio regionale di affidarsi a esperti esterni di alta professionalità e mettendo in rilievo il ruolo delle Università che tramite gli studenti stagisti esercitano appieno la loro “terza missione” di supporto al territorio.

Assessore Pierpaolo Roberti

“La presenza di beni confiscati alla criminalità organizzata – ha detto l’assessore Pierpaolo Roberti – è la prova della presenza di organizzazioni malavitose anche in Friuli Venezia Giulia. Dobbiamo quindi rimettere a disposizione della comunità tali beni e usarli nel modo migliore per dimostrare che il nostro è un territorio che non accetta l’insediamento di organizzazioni criminali”.

“Qui oggi – ha aggiunto Roberti – è importante lanciare un messaggio preciso: la criminalità organizzata deve sapere che questo territorio non è ricettivo, grazie all’alleanza tra le diverse istituzioni. Ed è importante farlo in questo momento storico, quando gli investimenti legati al Pnrr e al rilancio di Porto Vecchio di Trieste potrebbero alimentare appetiti legati agli appalti”.

L’assessore ha evidenziato che “oggi è molto importante mantenere alta l’attenzione alle infiltrazioni criminali perché la nostra regione ha avuto una crescita economica superiore alla media nazionale e sta calamitando investimenti per centinaia di milioni di euro, a partire dal recupero del Porto vecchio di Trieste, sia privati sia legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza. In questo contesto è fondamentale la collaborazione tra le istituzioni per prevenire l’arrivo di organizzazioni criminali”.

“Il primo protocollo di questo tipo è stato siglato dopo che infiltrazioni malavitose sono emerse all’interno dello scalo portuale del capoluogo regionale; da allora abbiamo proseguito su questa strada, per essere pronti a contrastarle”.

Cogliendo positivamente la disponibilità espressa da Anci Fvg di riutilizzare i beni confiscati alla criminalità, Roberti ha quindi ribadito che “la Regione ha finanziato la richiesta di un Comune per la progettazione di un intervento su una villa confiscata alla mafia. Ora la fase progettuale è quasi conclusa, quindi l’auspicio è che a breve partano i lavori per rendere quell’immobile una struttura ricettiva polifunzionale, dotata di alloggi che potranno essere messi a disposizione della locale stazione dei Carabinieri. È questo il messaggio migliore da trasmettere a chi vuole investire proventi illeciti in Friuli Venezia Giulia”.

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