Dismissione dello stabilimento Wartsila: “insufficienti” le proposte dell’azienda. Si defila anche IMR

Trieste – In merito alla dismissione dello stabilimento di Bagnoli della Rosandra, l’azienda multinazionale Wartsila ha comunicato di aver ricevuto sabato 20 maggio l’informazione della decisione di IMR Industries, con cui si comunica “l’interruzione della possibile prosecuzione della trattativa, con vero rammarico”.

I vertici di Wartsila hanno precisato di aver inserito al tavolo ministeriale la IMR Industries al processo di reindustrializzazione del sito produttivo di Bagnoli, sulla base di “informazioni condivise dall’azienda stessa con il nostro advisor nei giorni precedenti al tavolo”.

Lo scorso 18 maggio a Roma si era svolto presso il Ministero delle imprese e del Made in Italy l’annunciato tavolo di confronto con i vertici Wartsila, l’impresa finlandese di grandi motori che ha annunciato la dismissione dello storico stabilimento di Bagnoli della Rosandra (Ts).

L’incontro era presieduto dal sottosegretario Fausta Bergamotto e ha visto la partecipazione dei sindacati, dei rappresentanti aziendali e del governatore del FVG Massimiliano Fedriga e, in videocollegamento, degli assessori regionali al Lavoro, Alessia Rosolen, e alle Attività Produttive, Sergio Emidio Bini.

Per contenuti industriali e per numeri, le due proposte non hanno incontrato il favore delle altre parti: sindacati, Regione Fvg, governo.

La Regione ritiene le proposte presentate da Wartsila insoddisfacenti. Il tavolo rimane quindi aperto finché non perverrà una proposta seria di reindustrializzazione, che offra adeguate garanzie alle maestranze e che valorizzi la strategicità del sito. Fino ad allora, nessun altro tema relativo alla vertenza potrà essere trattato.

Come illustrato da Wartsila, alla presenza di istituzioni e parti sociali, le manifestazioni di interesse pervenute, finalizzate alla reindustrializzazione del sito produttivo triestino di Bagnoli della Rosandra, sono scese, rispetto alla precedente riunione del 18 aprile scorso, da tre a due: la IMR industria italiana dell’automotive, che sembrava inizialmente scomparsa, e la H2Energy, una startup che si occupa di elettrolizzatori per idrogeno. È invece sparita la proposta degli austriaci della Christoff, che sembrava inizialmente il soggetto più interessato e accreditato. Successivamente, è stato comunicato che anche la IMR si è ritirata.

Quanto presentato al tavolo dall’azienda è stato ritenuto al di sotto delle aspettative e non rispettoso dei principi di solidità rimarcati nell’intesa di fine 2022.

In conclusione, l’Amministrazione regionale ha sottolineato la propria disponibilità a proseguire nell’azione di supporto alla reindustrializzazione al fine di valorizzare il sito con un’attività industriale strategica di interesse nazionale. Questa la posizione espressa dall’Amministrazione regionale del Friuli Venezia Giulia in esito alla trattativa.

I sindacati annunciano la mobilitazione

Nell’incontro odierno svoltosi al Mimit – scrivono le sigle sindacali Fim-Fiom-Uilm – la multinazionale Wartsila ha avanzato due ipotesi di reindustrializzazione del sito di Trieste, considerate dalle Organizzazioni sindacali e dalle Rsu inconsistenti, inadeguate e non rispondenti agli impegni assunti dalla multinazionale in sede governativa con l’accordo del 29 novembre scorso.

Nonostante i forti ritardi, i ripetuti spostamenti degli incontri al Ministero richiesti da Wartsila, nell’incontro odierno l’azienda ha presentato due soli progetti, privi di impegni industriali precisi e vincolanti, insufficienti a garantire l’occupazione sia dei lavoratori diretti che dell’indotto.

Un giudizio di inconsistenza è stato espresso anche dal Governo e dalla regione Friuli Venezia Giulia.

Si tratta di un atteggiamento irresponsabile da parte di Wartsila, che mina la continuità produttiva e occupazionale del sito e che allo stesso tempo non rassicura nemmeno chi – i lavoratori non coinvolti nella chiusura del Dct – è impiegato in Wartsila Italia nelle altre l’attività.

Serve adesso aprire una nuova fase della vertenza, rivendicando al governo un impegno diretto nella gestione del progetto di reindustrializzazione, anche attraverso il coinvolgimento di nuovi soggetti industriali, pubblici e privati, per garantire l’occupazione, le professionalità e il reddito dei lavoratori, la vocazione del sito con produzioni ad alto valore aggiunto.

Il coordinamento Fim-Fiom-Uilm nel proclamare lo stato di agitazione nel Gruppo, convoca per lunedì mattina a Trieste un’assemblea in sciopero, davanti ai cancelli, a partire dalle ore 9.

Il coordinamento Fim-Fiom-Uilm sarà riconvocato successivamente all’incontro già previsto sul piano industriale Wartsila, il 29 maggio in Regione Friuli Venezia Giulia, per valutare ulteriori iniziative di mobilitazione.

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