Drammatica la situazione negli ospedali a causa del Covid: lettera degli anestesisti FVG

Trieste – Il presidente regionale dell’Aaroi Emac Fvg (Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri: in regione rappresenta 350 professionisti del settore), il 9 aprile ha inviato al Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga una lettera per denunciare la grave situazione che si protrae negli ospedali regionali a causa della pandemia.

Il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, ha comunicato di aver fissato per sabato 10 aprile alle 17, nella sede delle Protezione civile di Palmanova, un incontro con il dottor Peratoner e i vertici della sanità regionale.

“La salute dei cittadini e la gestione dell’emergenza Covid in Friuli Venezia Giulia sono temi che non possono essere trattati con leggerezza. Ritengo quindi necessario approfondire i contenuti della lettera diffusa dal presidente regionale dell’Aaroi Emac Friuli Venezia Giulia, nonché responsabile del Pronto soccorso dell’Ospedale Maggiore di Trieste e della gestione delle urgenze territoriali presso l’Asugi, dottor Alberto Peratoner”.

“Voglio capire con esattezza quanto afferma il dottor Peratoner ed ascoltare nel merito anche le posizioni dei responsabili delle aziende sanitarie. Da oltre un anno tutto il servizio sanitario regionale sta compiendo uno sforzo enorme per contrastare la diffusione del Covid-19 e assistere le persone colpite dal virus o da altre patologie. È quindi importante fare chiarezza su quanto ho letto”.

Di seguito il testo della lettera

Gentilissimo Presidente Fedriga,

le scriviamo nuovamente a distanza di qualche mese a nome di 350 anestesisti rianimatori e medici dell’emergenza urgenza che abbiamo l’onore di rappresentare in questa regione ed a nome di moltissimi altri colleghi che formalmente non rappresentiamo ma che quotidianamente interagiscono e collaborano con noi specialisti della prima linea del fronte COVID e con i quali condividendo lacrime, sudore, stress, frustrazioni e preoccupazioni abbiamo una assolutamente coincidente visione della realtà attuale, una assolutamente esatta percezione della drammatica situazione sanitaria regionale odierna ed una assolutamente precisa preoccupazione che la gestione dell’emergenza COVID continui ad avere grossissime criticità. Anche a nome di tutti loro abbiamo la presunzione di scriverLe.

Siamo stanchi, ma veramente stanchi, Presidente, perchè da mesi ormai lottiamo in prima linea senza vedere una fine, con truppe ordinarie ormai logore e logorate, con le ferie bloccate e gli straordinari non pagati, senza rincalzi e sostituti, con riservisti lanciati al fronte con poca preparazione specifica, con infermieri anello essenziale del sistema, raccattati in ogni dove per aprire nuovi posti letto intensivi e supportare pronto soccorsi e rianimazioni senza alcuna esperienza nell’ambito critico in un livellamento al basso di competenze ed in uno scadimento nell’assistenza al malato.

Siamo frustrati Presidente per non poter più dedicare la giusta attenzione, la massima energia, il meglio della nostra professionalità a ciascun singolo paziente critico, perché ormai da mesi stravolti ed inghiottiti da un vortice in cui il nostro tempo ed il nostro lavoro sono dedicati principalmente a trovare un posto letto per tutti, ad inquadrare rapidamente il problema di ciascuno, ad iniziare le terapie cercando di garantirle a tutti con le risorse disponibili, a dimettere il prima possibile, e a riempire immediatamente quei pochi posti letto liberi, con altri pazienti che sono già gravi e sono in lista d’attesa per un letto, un monitor, un ventilatore e un infermiere, forse di terapia intensiva…

Siamo provati Presidente per il numero notevole ed inusuale di morti che da mesi vediamo ogni giorno nei nostri reparti, non siamo abituati e mai lo saremo e siamo in questo ultimo mese affranti perché l’età media dei nostri pazienti è nettamente più bassa e nessuno è escluso.

Siamo terribilmente preoccupati Presidente di dover ogni giorno trattare pazienti critici in reparti non adatti, improvvisati e non preparati alla gestione di pazienti ventilati ed a possibile evoluzione clinica negativa, siamo preoccupati di avere nei nostri ospedali “megareparti” di Medicina con 150 pazienti COVID, siamo preoccupati di avere i Pronto Soccorso della regione paralizzati da pazienti
COVID e non COVID, che stazionano nei corridoi e in tripla fila in attesa ed in assenza di destinazione.

Siamo e rimaniamo basiti nel vedere che dopo un anno di bollettini, report e proclami, si aprono reparti di Semintensiva (come già a Palmanova, in questi giorni anche a Gorizia) che in realtà sono a tutti gli effetti vere Terapie Intensive gestite da anestesisti rianimatori, con pazienti gravi, ventilati e rapidamente tutti intubati in un effetto finale di sottodimensionamento dei numeri reali di pazienti di Terapia Intensiva. Oggi i veri numeri ci dicono che i pazienti COVID gravi di Terapia Intensiva in FVG sono ben di più di quanti dichiarati, superando decisamente il valore del cutoff di 50% dei posti letto intensivi totali occupati da pazienti COVID.

Siamo molto sorpresi dal fatto che nella prima ondata quando altre regioni erano in profonda crisi, il nostro SSR, ha dato fortissimo ed encomiabile esempio accogliendo da fuori regione alcuni pazienti molto gravi nelle nostre Terapie Intensive, ed ha prestato professionisti (tramite i bandi della Protezione Civile) ad altri ospedali italiani, mentre oggi che il problema ce l’ha il Friuli Venezia Giulia, questa ipotesi non è mai stata presa in considerazione e nel vicino Veneto per esempio la disponibilità di posti ci sarebbe stata. Dimostrare di aver bisogno del supporto e della solidarietà di altre regioni non riteniamo sia una sconfitta del sistema.

Siamo molto preoccupati Presidente perché i messaggi anche politici dati alla popolazione non sono stati abbastanza forti e coerenti, e la zona rossa oggi in FVG non sta dando gli ottimi risultati di quella di un anno fa, e lo si vede chiaramente nei nostri ospedali dove è sempre alto il numero di positivi ed ammalati, dove tutte le comuni altre patologie sono presenti e dove i Pronto Soccorso sono letteralmente intasati dai soliti mille problemi precedenti l’epoca COVID.

Con gli amici chirurghi siamo molto preoccupati, perché la sospensione delle sale operatorie elettive era sì doverosa per recuperare rapidamente risorse, ma dall’altra parte non è partita una seria ed organizzata azione correttiva e suppletiva ai fini di attivare immediatamente in nosocomi non covid anche privati-convenzionati almeno la chirurgia neoplastica più urgente…così facendo tra qualche mese avremo ulteriori danni collaterali.

Siamo molto arrabbiati Presidente perché la riforma sanitaria di questa regione, sotto molti aspetti è di fatto rimasta solo sulla carta e durante questa pandemia molti nodi sono già venuti al pettine, il principale dei quali è di fatto l’inconsistenza di una sanità territoriale collocata de iure nel calderone delle aziende uniche ma de facto senza un vero controllo, senza le necessarie sinergie ed integrazioni con la parte ospedaliera, senza i chiari percorsi e senza le adeguate strutture in un risultato finale di un sistema sanitario che permane erroneamente, costantemente ed esasperatamente ospedale-centrico.

Siamo molto infastiditi, Presidente dalle ripetute recenti passerelle di sindaci, assessori, e politici vari in pieno stile da campagna elettorale, ad inaugurare centri vaccinali in una gara tra città e province a chi è più bravo ed efficiente, non rendendosi conto che anche in questo ambito la campagna vaccinale è partita solamente grazie alla abnegazione ed alla gratuita disponibilità del personale dipendente e pensionato del SSR, gli stessi che già si fanno e si son fatti carico delle criticità dell’ospedale e del territorio.

Siamo infine molto delusi dal fatto che ormai da molti mesi, i vertici della Sanità regionale non ci danno udienza e non ci convocano, non solo per trattare di materia strettamente contrattuale dove in altre regioni gli aspetti di contrattazione decentrata regionale del “nuovo” contratto sono stati ampiamente trattati e conclusi mentre qui nemmeno iniziati, ma neppure per ascoltare da chi è in prima linea i veri problemi e le principali criticità. Una volta esistevano addirittura le audizioni nelle Commissioni Regionali per problematiche ben meno gravi e meno specifiche, oggi sembra che nessun sia interessato a sentire i principali attori del sistema o addirittura ci sia la paura di sentire i veri problemi.

Sperando che possa e voglia capire in quale pesante e drammatica condizione si trovano gli operatori della “prima linea” del nostro SSR e che possa farsi da tramite per trovare con i suoi collaboratori soluzioni migliorative per tutti noi e per il nostro sistema sanitario, le auguriamo Presidente buon lavoro, sperando che l’allentamento delle misure di prevenzione e contenimento sociale non provochino l’ennesima risalita dei contagi perché noi siamo veramente stremati.

Distinti saluti

Dr Alberto Peratoner

Presidente AAROI EMAC Friuli Venezia Giulia

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