Spreco di cibo, indagine di Waste Watcher: l’Italia nazione “virtuosa”, USA maglia nera

Roma – È italiano il primo rapporto globale sullo spreco di cibo. Un’indagine firmata da Waste Watcher, International Observatory on Food & Sustainability, realizzata in 8 Paesi del mondo: Italia, Spagna, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Russia, Canada, Cina.

I dati del primo Cross Country Report dedicato a “Food & Waste around the World”  sono stati presentati martedì 28 settembre, in vista della 2ª Giornata internazionale di consapevolezza sulle perdite e gli sprechi alimentari in calendario il 29 settembre, per iniziativa della campagna Spreco Zero di Last Minute Market con Ipsos e con l’Università di Bologna – Distal, in collaborazione con Unitec, Natura Nuova, Electrolux, Conai, Unioncamere e Agrinsieme.

L‘indagine è stata illustrata a Roma nella giornata di martedì 28 settembre dal fondatore campagna Spreco Zero Andrea Segrè, direttore scientifico Waste Watcher, ordinario presso l’Università di Bologna, con il Direttore Scientifico IPSOS Enzo Risso e il coordinatore Cross Country Report Matteo Vittuari, Università di Bologna-Distal.

All’indagine hanno preso parte 8mila cittadini di 8 Paesi del mondo, con un campione statistico di 1000 interviste per ciascun Paese: un confronto incrociato sulle abitudini di acquisto, gestione e fruizione del cibo a livello planetario. I dettagli dell’indagine dal 29 settembre sul sito sprecozero.it

“Il Cross Country Report Waste Watcher International offre, con una metodologia di indagine sui comportamenti di consumo mai testata prima a questo livello, una “istantanea” sulle abitudini alimentari a livello mondiale” ha spiegato il Direttore scientifico di Waste Watcher International Andrea Segrè, fondatore della campagna Spreco Zero, ordinario di Politica agraria internazionale all’Università di Bologna.

“Abbiamo promosso questo Rapporto come essenziale punto di partenza per promuovere politiche pubbliche e private e iniziative internazionali di sensibilizzazione finalizzate a concretizzare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, in particolare al punto 12.3 che prevede di dimezzare gli sprechi alimentari entro il 2030”.

“Il Rapporto conferma con dati puntuali il forte collegamento fra abitudini di consumo, spreco alimentare e diete sane, sostenibili e tradizionali come la Dieta mediterranea. Aumentare la consapevolezza dei cittadini e delle istituzioni in tutto il mondo permette di promuovere un’alimentazione sana e sostenibile, com’è in primis la Dieta Mediterranea, e di prevenire e ridurre lo spreco alimentare a livello domestico”.

“Anche il consumo e la cucina domestica – ha concluso Segrè – aiutano a ridurre lo spreco, come dimostra “Il caso Italia”: chi è abituato a mangiare fuori spreca di più in casa. Sono questioni che i cittadini ma anche e soprattutto le governance del pianeta devono adesso affrontare in modo strutturale”.

“Forza economica di un Paese e spreco di cibo sembrano andare ancora a braccetto – ha dichiarato  Enzo Risso, direttore scientifico Ipsos – I primi paesi nella classifica della fiducia dei consumatori sono anche ai vertici dello spreco. Così la Cina (71.8) e gli Usa (59), che guidano l’indice di fiducia globale dei consumatori, capeggiano anche l’indice di spreco di cibo. Rispetto all’indice di fiducia, in vetta ci sono gli Usa con 1 chilo e 403 grammi la settimana di alimenti che finiscono in spazzatura, seguita a ruota dalla Cina con 1 chilo e 153 grammi. Gli altri tre Paesi in vetta alla classifica della fiducia, mantengono anch’essi un alto livello di spreco. In Germania vengono gettati via 1081 chilogrammi la settimana, in Gran Bretagna 943 grammi la settimana. L’Italia, che ha un indice di fiducia al di sotto dei 50 punti (47,3), ha anche un ridotto tasso di cibo che finisce in spazzatura pari a 529 grammi la settimana”.

“Le cause principali dello spreco sono diversificate da Paese a Paese. Se per gli americani in testa ai motivi dello spreco c’è il dimenticarsi delle derrate acquistate e di lasciarle di conseguenza deteriorare (68%), per i cinesi c’è il rifiuto di mangiare gli avanzi (72%). Per i tedeschi, come per gli italiani, la causa è da addebitare anche alla cattiva conservazione degli alimenti freschi da parte degli store”.

Così il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Stefano Patuanelli: “la lotta agli sprechi alimentari contribuisce alla sostenibilità. La presentazione del Rapporto “FOOD & WASTE around the WORLD” del Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability è una iniziativa importante, alla vigilia della seconda Giornata Internazionale ONU sulla consapevolezza delle perdite e degli sprechi alimentari, per valutare i progressi fatti e il percorso ancora da fare”.

“Un tema discusso anche dai Ministri dell’Agricoltura del G20, riunitosi a Firenze il 17-18 settembre, accanto a quello della transizione ecologica. In occasione del G20 ho avuto modo di sottolineare che la sostenibilità delle produzioni alimentari va implementata non solo dal punto di vista ambientale ma anche da quello economico e sociale. La lotta allo spreco alimentare rientra in questo ambito perché comporta un migliore equilibrio nello sfruttamento delle risorse del pianeta, una equa distribuzione di cibo ed acqua, nonché minori costi di produzione e di smaltimento degli “scarti””.

“Accanto ad attività operative, come riuso, riciclo, economia circolare e donazione agli indigenti delle derrate agroalimentari, Tavoli, Osservatori e ricerche sono fondamentali perchè permettono di analizzare dati e riflettere sullo spreco alimentare, verificando politiche ed azioni tese a raggiungere l’obiettivo “Fame Zero”.  L’uomo con le sue attività ha causato squilibri di diversa natura. L’agricoltura partecipa e sarà fattore trainante delle soluzioni a questi squilibri, tra Paesi e dentro ogni singolo Paese”.

Alla presentazione è intervenuta anche Marina Sereni, Vice Ministra degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che ha sottolineato “il lavoro straordinario che il nostro Paese sta facendo e ha fatto in prima fila sul tema sprechi in vista dell’Agenda 2030. Un lavoro che guarda all’obiettivo 2 “cibo per tutti” così come ad altri obiettivi per la sostenibilità dei sistemi alimentari e di sviluppo”.

“Il senso di questo Rapporto è acquisire consapevolezza della dimensione qualitativa e quantitativa spreco alimentare, quindi già una parte del cammino per trovare soluzioni a una questione dalle conseguenze devastanti. Questo percorso richiede una concertazione multi-stakeholders: istituzioni nazionali e internazionali, mondo accademico e scientifico e società civile devono farsi carico della questione e condividere le responsabilità di un impegno sul tema degli sprechi e delle perdite alimentari”.

“Maximo Torero, Chief Economist FAO, ha ricordato «la 2ª Giornata Internazionale programmata per il 29 settembre 2021. Lo studio Waste Watcher arriva in un momento cruciale, mentre al mondo aumentano povertà e malnutrizione, anche in conseguenza della pandemia covid-19, e alle soglie del World Food Forum in programma dall’1 al 5 ottobre”.

Vincenza Lomonaco, Ambasciatore presso la Rappresentanza Permanente d’Italia alle Organizzazioni delle Nazioni Unite – Roma, ha ripercorso il lavoro avviato in questi anni con l’Università di Bologna, attraverso le Giornate sulla Dieta mediterranea promosse alla FAO. Un’ulteriore giornata di commento e sensibilizzazione sarà a breve promossa anche a commento del Rapporto Waste Watcher.

E Maurizio Martina, Vice Direttore generale aggiunto FAO, ha sottolineato il “rapporto rinnovato fra FAO e Italia, grande protagonista nel post covid e fautrice di esperienze che possono segnare la via anche per le altre realtà del mondo”.

Giorgio Marrapodi infine, Direttore Generale per la cooperazione allo sviluppo del Ministero degli Affari Esteri, ha evideinziato l’importanza della presentazione organizzata oggi, dopo il Food Systemm Summit e alla vigilia del World Food Forum e della Giornata mondiale dell’alimentazione.

Ha condotto i lavori dell’incontro stampa Maarten van Aalderen, Presidente dell’Associazione Stampa Estera.

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