Ultimi giorni per visitare la mostra “Il sogno delle cose” alla Galleria Harry Bertoia di Pordenone

Pordenone – Ultimi giorni per visitare la mostra “Il sogno delle cose. Quadri e sculture moderne dalle collezioni civiche di Pordenone”, a cura di Alessandro Del Puppo e Luca Pietro Nicoletti, realizzata dal Comune di Pordenone con la collaborazione della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, dell’Università degli Studi di Udine e della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, con 120 opere scelte tra le migliaia “nascoste” nei caveau di Palazzo Ricchieri, alla Galleria Harry Bertoia di Pordenone fino al 27 febbraio 2022.

Tra i nomi in mostra che hanno suscitato grande interesse soprattutto da parte delle scuole e associazioni culturali del territorio, De Chirico, Savinio, Fontana, De Pisis, Sironi, Vedova, Campigli, Guttuso, Picasso, Chagall, Delvaux. Ma anche artisti del territorio come Massimo Bottecchia, Nane Zavagno, lo stesso Bertoia, fino agli autori di oggi come Massimo Poldelmengo, Roberto Kusterle, Danilo Di Marco.

Accanto alle opere di assoluto rilievo e importanza mondiale dei grandi protagonisti dell’arte italiana ed europea, in esposizione ancora per pochi giorni ci sono anche un nucleo consistente di autori locali ma di richiamo internazionale come Luigi Vettori, Armando Pizzinato, o Giuseppe Zigaina che raccontano  la storia del  territorio del Friuli Venezia Giulia attraverso la  rappresentazione dei paesaggi e delle sue genti.

La possibilità di restituire alla città queste opere attraverso un nuovo percorso è stata un’operazione di tendenza che ha fatto un po’ da apripista anche in altri Musei di Italia e che ha fatto eco ai più importanti musei d’Europa, come il recente nuovo Museo di Rotterdam, per rimettere in circolo un patrimonio che è di tutta la città.

Una riscoperta dunque, che ha messo in luce opere di grande valore già esposte nel corso degli anni passati ma che sono ritornate in questi mesi attraverso un percorso espositivo diverso, mettendo così “al lavoro” nuove risorse intellettuali più che delle nuove risorse materiali, per far si che tante opere, rimaste a lungo nei caveau, potessero uscire e dialogare, invece di sognare come facevano, al buio.

«La mostra – ci tiene a precisare l’Assessore alla Cultura di Pordenone, Alberto Parigi – è stata un successo, compatibilmente con il periodo sfortunato che stiamo vivendo, anche perchè ha contribuito a rendere più consapevole la città e tutto il territorio delle opere  di cui il territorio stesso è proprietario. Questa iniziativa è stata il punto di partenza di un percorso di valorizzazione che intendiamo proseguire. Sono infatti previste nei prossimi mesi delle altre mostre di artisti fino ad ora non valorizzati a sufficienza perchè rimasti nei depositi mentre per il 2023 stiamo già organizzando una grande mostra con altre opere provenienti dal caveau».

La scelta allestitiva, riportata come un grande racconto anche all’interno del catalogo disponibile all’apertura della mostra, ha privilegiato un approccio tematico articolato  in sezioni: Figure di artisti; Miti, amori, gran dame, allegorie; Volti; Paesaggi, nature; Territori friulani, Nature morte, tavole imbandite; Figure del lavoro; Spazi; Tensioni; Gli uomini illustri, in modo da fare dialogare opere di autori noti con quelle di meno noti, scultura e pittura in un percorso che  accompagna e sprona ad osservare e capire l’Arte Moderna.

 

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