Un augurio pasquale: dalla sofferenza alla bellezza, la lezione dei giovanissimi

“Potranno tagliare tutti i fiori, ma non potranno mai fermare la primavera”, è una frase celebre del poeta cileno Pablo Neruda, che unisce due situazioni opposte.

Una di bellezza, la primavera che torna con le sue fioriture, l’altra di violenza e di sofferenza. Le storie umane sembrano un pendolo che oscilla tra due poli di attrazione, la bellezza di chi opera con amicizia, sensibilità e disponibilità e chi invece opera come tagliatore dei fiori, ovvero chi mente, chi oltraggia, chi uccide, chi domina, chi schiaccia.

Una bellezza che nasce anche dal dolore innocente e inspiegabile.

In queste settimane due classi delle scuole superiori e una ragazzina triestina ci hanno fatto da battistrada.

La prima classe ha vinto le difficoltà che impedivano ad un compagno autistico di partecipare alla gita scolastica, inventandosi tutti, studenti e docenti, una progettazione comunitaria di sostegno, in modo che superasse le sue paure, così da farlo venire e renderlo felice.

L’altra classe, in uno scenario quasi simile, perché tra quegli studenti c’era un giovane disabile motorio e la gita prevista portava in Spagna senza però i sufficienti supporti meccanici per partecipare. Non va lui, allora non andiamo neppure noi, così hanno risposto quei giovani, disposti a perdere l’occasione, poi risoltasi con una meta molto più vicina, ma con il loro compagno, non certo senza di lui.

E infine Cecilia, giovane calciatrice triestina di anni 12, che è stata premiata per aver dato una lezione di educazione e di rispetto ai genitori urlanti delle atlete della squadra sua rivale nel gioco, rimproverando il loro stile e linguaggio.

Se ci si mettono, i giovani cambiano verso alla vita.

E chi non si è commosso in questi giorni al vedere Papa Francesco, appena uscito dall’ospedale, abbracciare intensamente due genitori, che avevano perso una bambina in quell’ospedale?

Quell’abbraccio senza parole, ma solo lacrime, sembrava riecheggiare il verso di una canzone di Renato Zero: “Stringimi forte che nessuna notte è infinita”. E quale notte per quei due genitori.

Tante bellezze quindi nascono da una sofferenza, dimensione che ci accompagnerà sempre su questa terra, dove nessun male provocato e nessun dolore ingiusto potranno mai fermare la primavera.

Silvano Magnelli

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