Vendemmia dal 20 agosto, quantità in calo del 5-10%, ottima qualità. Preoccupano le malattie della vite

Udine – La vendemmia 2020 in Friuli Venezia Giulia inizierà nell’ultima decade di agosto, con un ritardo di circa una settimana rispetto all’anno scorso.

La previsione è della Coldiretti del Friuli Venezia Giulia alla luce dei primi segnali che arrivano dalla campagna.

Un appuntamento sempre atteso ma che quest’anno, rimarca il presidente Michele Pavan, “vuole simbolicamente rappresentare il rilancio di un settore pesantemente colpito della chiusura del canale dei pubblici esercizi, quello della ricettività e quello della ristorazione, a causa della pandemia”.

Le stime, riassume Marco Malison, responsabile del comparto vitivinicolo di Coldiretti Fvg, sono di una produzione in quantità ridotta del 5-10% rispetto al 2019 (più accentuata sul Pinot grigio), ma con qualità delle uve mediamente ottima su tutto il territorio regionale.

Dalla fine di agosto si dovrebbe dunque partire con la raccolta del Pinot nero, base spumante, la varietà più precoce. Seguiranno il Pinot grigio, lo Chardonnay, quindi Sauvignon, Friulano, Ribolla gialla, Malvasia, Verduzzo e Picolit.

Per i rossi verosimilmente si attenderà metà settembre, a iniziare dal Merlot, quindi Cabernet franc, per finire con varietà più tardive come Refosco, Cabernet Sauvignon, Pignolo, fino allo Schioppettino. Un percorso lungo altre tre settimane per chiudere le operazioni attorno alla prima decade di ottobre, in tempo per evitare i primi abbassamenti di temperatura. Quanto al clima, “sin qui è andata bene, ma sarà ovviamente fondamentale il meteo di agosto e settembre – dice il presidente della Coldiretti Fvg –: l’auspicio è per un periodo soleggiato, e soprattutto senza grandinate”.

Dal punto di vista sanitario la situazione delle uve è ottimale. Ad oggi i grappoli si presentano in perfette condizioni, anche grazie ai bollettini di difesa integrata diramati da servizio fitosanitario di Ersa. Coldiretti segnala tuttavia che c’è forte preoccupazione nei produttori per l’avanzamento di alcune patologie delle vite come la flavescenza dorata e mal dell’esca.

“Su questo tema – osserva Pavan – auspichiamo che in futuro la Regione intensifichi i controlli sul rispetto delle misure di profilassi obbligatoria, se del caso applicando anche sanzioni a chi non le osserva fino a imporre l’estirpo coatto dei vigneti abbandonati, pericoloso bacino di diffusione delle malattie”.

Il mercato del vino nelle ultime settimane è in decisa ripresa, ma per Coldiretti resta il problema dello smaltimento delle giacenze accumulate nel periodo del lockdown. Da questo punto di vista le misure economiche adottate su scala nazionale hanno avuto scarso effetto in regione.

La vendemmia verde, vale a dire la distruzione dei grappoli non ancora giunti a maturazione, non è stata attivata in Fvg in quanto tutto il budget comunitario era già stato impegnato per investimenti e ristrutturazione vigneti.

La distillazione di crisi si è rivelata di difficile attuazione a causa dei prezzi di ritiro troppo bassi, ma soprattutto per la mancanza sul territorio di distillerie capaci di ottenere le gradazioni richieste dai bandi.

L’unica via per garantire l’equilibrio del mercato del vino di qualità e delle uve da cui deriva sembra essere il contenimento delle rese di produzione nella prossima vendemmia. Su questo aspetto alcuni Consorzi di tutela si sono già attivati e il governo ha approvato uno specifico regime di aiuto per chi si impegna a ridurre la produzione almeno del 15% rispetto alla media storica aziendale.

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