Arriva il terzo appuntamento della rassegna “HangarTanz”

Trieste – Venerdì 10 febbraio alle ore 20.30,  all’ex officina di Via Pecenco, si susseguiranno tre coreografie, intitolate: “Pater Familia”, “Delirante tenerezza” e “Enlight(en)-me”.

“Pater Familia” è una produzione Tocnadanza di e con Sara Cavalieri. Si tratta di un lavoro imperniato sul rapporto padre-figlia, che scava nei ricordi d’infanzia della coreografa, nonché interprete della coreografia, che si rivede a percorrere le calli veneziane guidata dal padre per poi specchiarsi nelle acque dei canali, dove osserva il suo riflesso, il tempo che scorre e intravede la donna che diventerà.

“Delirante tenerezza” è una coreografia di e con Claudio Pisa, ballerino professionista diplomato presso il Centro Regionale della Danza “Lyceum” di Napoli. La performance è ispirata dalla sua prima esperienza con la paternità e dai forti sentimenti che ne sono scaturiti.

Così Pisa descrive il modo in cui ha concepito la coreografia: “Ho pianto quando è nato, la gioia nel vederlo, piccolo, fragile, stanco… ma te ne innamori subito, noti immediatamente la somiglianza. Fatica a liberarsi del liquido amniotico. Piange, ma è un pianto molto delicato, non come quello di qualcuno che voleva restare ancora un altro po’ lì dentro, anche  se ha impiegato tantissimo ad uscire, ma anzi sembrava che avesse voglia di conoscere e vedere cosa c’era al di là di quel muro elastico rosa che faceva trasparire poca luce, ma tanti suoni. La paura di toccarlo la prima volta, così piccolo e fragile, ma poi pian piano ti fai coraggio e inizi ad accarezzarlo, a prenderlo in braccio e cullarlo. Poi arrivano i giochi, le risate, il rincorrersi… la gioia di essere assieme, di essere una famiglia. Perché essere ordinari da soli, quando si può essere straordinari assieme.”

Per concludere, “Enlight(en)-me” sarà una performance di teatro-danza con una sola ballerina in scena, Giulia Roversi. Il lavoro esiste, si sviluppa e dipende completamente dal pubblico. La danzatrice indossa delle lampadine a led, altre sono sparse a terra: è il pubblico a decidere quali rimangono spente e quali invece accendere in modo da rendere visibile l’azione.

Il titolo Enlight(en)-Me mette insieme i verbi inglesi “to enlight” e “to enlighten”, i cui significati sono rispettivamente ‘illuminare’ e ‘fare luce su qualcosa’. Il concetto di ‘illuminare’ allude all’intensità della luce artificiale dei riflettori – riprodotta in scena dalle lampadine a led – in contrasto con lo spazio circostante privo di illuminazione nel quale far risaltare linee e forme anatomiche. Lo studio si sofferma su come viene vista e modificata l’immagine del corpo femminile nella società dei mass-media e dei social network.

Biglietto intero 12€, ridotto 8€ per soci del Teatro degli Sterpi, soci CUT, over 65, under 18 e studenti universitari. È consigliata la prenotazione a biglietteria@hangarteatri.com o al numero di telefono +39 3883980768. Biglietti acquistabili in prevendita su vivaticket.com.
La Stagione dei melograni è organizzata dal Teatro degli Sterpi, grazie al sostegno del Ministero della Cultura, della Regione Friuli Venezia Giulia e della Fondazione Casali.

 

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