Prestazioni sanitarie sospese a causa del covid: in FVG recuperato solo lo 0,7% delle visite

FVG – La pandemia covid-19 ha fortemente acuito le difficoltà d’accesso alle cure mettendo sotto scacco il diritto alla salute di molti cittadini.

La fase pandemica ha mostrato l’incapacità del Servizio Sanitario nazionale di continuare a rispondere alla domanda di cura dei pazienti “non Covid”.

Cittadinanzattiva, organizzazione che promuove l’attivismo dei cittadini per la tutela dei diritti, la cura dei beni comuni, il sostegno alle persone in condizioni di debolezza, sin dall’inizio dell’emergenza, e a seguire per tutto il periodo del lockdown e nelle fasi successive, ha promosso iniziative politiche e di mobilitazione sul “ritorno alle cure” al fine di rispondere ai bisogni emersi dall’emergenza sociosanitaria legata al coronavirus e avviare il processo di pieno recupero delle prestazioni sanitarie arretrate.

Un’indagine di Cittadinanzattiva, pubblicata il 13 ottobre, registra ancora tanti ritardi delle Regioni nel recupero delle prestazioni sanitarie rinviate a causa del covid, nonostante i fondi destinati a tale scopo dal decreto-legge 14 agosto 2020, n.104, fondi ancora disponibili come previsto nel Decreto Sostegni bis.

In Friuli Venezia Giulia solamente lo 0,7% delle prestazioni specialistiche ambulatoriali è stato recuperato (su un totale di circa 215 mila), insieme all’1% di circa 6 mila ricoveri. Non disponibile il dato sugli screening oncologici.

Nel Nord Est fa meglio la provincia di Trento, dove si è recuperato il 73% delle prestazioni ambulatoriali (18 mila su circa 24mila), il 39% degli screening oncologici ma appena l’1,3% dei ricoveri.

I dati emergono dall’indagine, effettuata da Cittadinanzattiva tramite lo strumento dell’accesso civico, in merito ai Piani regionali per il recupero delle Liste d’attesa e sui fondi ripartiti alle Regioni.

Le Pubbliche Amministrazioni sono state interpellate in particolare su: emanazione del piano regionale per il recupero delle liste d’attesa e fondi previsti, programmi/azioni per il recupero delle liste d’attesa, numero prestazioni effettivamente recuperate e ancora da recuperare.

Hanno fornito risposte a tutti i quesiti Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Molise, Sicilia, Umbria, Valle d’Aosta, P.A. Bolzano; solo risposte parziali: Campania, Piemonte, Puglia e P.A. di Trento; nessuna risposta: Basilicata, Calabria, Lazio, Lombardia, Toscana e Veneto.

“Chiediamo alle Regioni di dare piena attuazione al piano di recupero delle liste di attesa post-covid, rendendo trasparenti le informazioni sui modelli organizzativi applicati, sulle tempistiche e sui criteri di priorità. Su un tema importante come quello del “ritorno alle cure ordinarie”, i cittadini non possono attendere oltre e hanno diritto ad avere piena trasparenza. Anche per questo chiederemo un confronto con il Gruppo di lavoro tecnico che sta per insediarsi presso il Ministero della Salute per valutare come recuperare le prestazioni negate ai cittadini durante la pandemia. Ancora una volta constatiamo, con la nostra indagine, un ritardo sul tema della trasparenza da parte delle pubbliche amministrazioni che, nella gran parte dei casi, sembrano considerare come mero adempimento formale la risposta alla richiesta di informazioni da parte dei cittadini attraverso lo strumento dell’accesso civico”, dichiara Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva.

La nota di Salvatore Spitaleri

Sui risultati dell’indagine è intervenuto con una nota Salvatore Spitaleri (Pd) componente della Commissione paritetica Stato-Fvg.

“I risultati del monitoraggio di cittadinanza attiva sul mancato recupero delle prestazioni ambulatoriali per il Friuli Venezia Giulia lasciano sgomenti, perché ai futuri effetti delle mancate prestazioni di esami, visite e cure sulla salute dei cittadini si darà ancora causa alla pandemia. I presagi e le preoccupazioni che mesi or sono avevano ripetutamente segnalato ad un sordo assessore alla salute divengono drammatica realtà sulla pelle dei cittadini del Friuli Venezia Giulia”.

Per l’esponente del Pd “è tempo di essere diretti: o la pandemia in Fvg ha colpito tanto duramente da sovvertire il nostro sistema sanitario regionale (e questo è stato sempre negato dal presidente Fedriga e dall’assessore Riccardi, che rivendicano primati inesistenti) oppure la grave incuria, la carenza di organizzazione, il mancato supporto agli operatori sono di esclusiva responsabilità di chi oggi guida la Regione. Una responsabilità sulla pelle dei cittadini che non può essere sdegnosamente rigettata su altro o altri, e di questo – conclude Spitaleri – è necessario che una volta per tutte si prenda atto e si rimedi cambiando radicalmente metodo di governo”.

(Immagine da Pixabay)

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