Si concludono i lavori del Consiglio regionale. Ritirata la proposta sulle pensioni dei consiglieri

Trieste – Il 29 luglio si sono conclusi i lavori del Consiglio regionale prima della pausa estiva, con l’approvazione del disegno di legge n. 56 su un nuovo ordinamento delle Aziende territoriali per l’edilizia residenziale (Ater), accolto dai gruppi di maggioranza con 23 sì, mentre le opposizioni si sono espresse contro con 12 no; nessuno si è astenuto.

I consiglieri d’opposizione Massimo Moretuzzo (Patto per l’autonomia) e Sergio Bolzonello (Pd) hanno accusato la maggioranza di aver voluto una legge di riforma della riforma senza aver concesso una vera discussione, facendo un atto di forza senza mediazione, e di aver portato tutte le nomine nelle mani della Giunta regionale espropriando di fatto le minoranze della funzione di controllo.

“Non riguarda il diritto all’abitazione – è stato lapidario Furio Honsell (OpenFVG) – ma una esplicita prepotenza con cui si sono creati posti da spartire”.

Rispondendo alle osservazioni, Mauro Bordin (Lega) ha ribadito che non può essere una “legge mancetta” un provvedimento che prevede un bando, un regolamento e una Commissione tecnica, oltre a ridurre i costi. Ogni attacco delle opposizioni è puramente strumentale.

Prima del voto finale sul ddl 56, la Giunta – per decisione dell’assessore Pizzimenti – aveva accolto 11 dei 12 ordini del giorno presentati. Bocciato in seguito anche dall’Aula quello a firma Patto con cui si chiedevano interventi collegati all’efficientamento energetico degli alloggi.

La Lega Nord, sempre nella giornata del 29 luglio, aveva ritirato, tra molte polemiche, la proposta di legge n. 53 sull’introduzione del trattamento previdenziale calcolato secondo il sistema contributivo per i consiglieri regionali del Friuli Venezia Giulia.

il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Mauro Capozzella, commentando il ritiro del provvedimento, ha detto che “La situazione che si è venuta a creare è dovuta all’incapacità della politica di legiferare guardando alle generazioni future. Prevale sempre il ‘qui e adesso’. Dopo mesi di riunioni attorno ad un tavolo di lavoro dedicato, in cui abbiamo comunque appezzato il metodo, venerdì in V Commissione è arrivato l’inattesa norma che avrebbe posto a carico del Consiglio gli oneri di questa legge”.

“Una previsione contraria a quanto da sempre chiesto da noi, anche nella proposta di legge che per primi avevamo presentato, per cui gli oneri del passaggio al sistema contributivo dovessero gravare esclusivamente sul consigliere che accettasse questa opzione – ha dichiarato Capozzella -. Non avremmo voluto, infatti, che la nuova disciplina finisse per gravare sulla spesa pubblica e sulle tasche dei cittadini”.

Da parte sua il primo firmatario della proposta, il consigliere della Lega Diego Bernardis, ha fatto sapere che “la proposta di legge n. 53 sull’introduzione del trattamento previdenziale calcolato secondo il sistema contributivo è stata ritirata per non prestare il fianco alle strumentalizzazioni di un’opposizione che, evidentemente, non ha argomentazioni per entrare nel merito dei provvedimenti e quindi si limita alla più facile polemica inconcludente”.

I Cittadini per il Presidente con il consigliere Tiziano Centis hanno espresso soddisfazione per il ritiro della proposta: “Abbiamo ribadito in tutte le sedi che l’attuale sistema di indennità più rimborso spese è sufficiente a garantire anche la stipula da parte dei consiglieri di una pensione integrativa privata. La proposta avrebbe comportato un aggravio di costi a carico della Regione, per una spesa stimata che poteva giungere fino a 900mila euro all’anno. Ecco perché in tutte le sedi abbiamo sempre espresso voto contrario”.

“Né il Pd, né altri gruppi di opposizione a parte i M5s, hanno mai dato la disponibilità al ddl n.53, e per quanto ci riguarda non è cambiato nulla dalla commissione all’Aula. Chi dice che esisteva un ampia disponibilità dice una bugia. Oggi assistiamo con grande curiosità al ritiro del provvedimento per mancanza di una condivisione che ha mandato nel caos la maggioranza di centrodestra”.

Così il capogruppo del Pd, Sergio Bolzonello commentando il ritiro del disegno di legge.
“Nelle differenti dichiarazioni di oggi in Aula – ha sostenuto Bolzonello – è emerso che il passo indietro dei Cinquestelle ha messo in crisi la maggioranza, che ha temuto quindi di non avere più la copertura politica.

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